giovedì, settembre 27, 2012

L'immediatezza, il flusso senza fine delle informazioni

 (Non ci saranno più postini ma gatti !)

Molti che iniziano e approfondiscono i vari social network, per vedere se vi sia un rendiconto, un possibile ritorno commerciale, oppure semplicemente osservano fuori come si sviluppa quello che appare a loro come un circo di relazioni, messaggi elettronici casuali, si chiedono come fanno alcuni a "postare", emettere messaggi diverse volte ogni ora ? Lungo tutta la giornata ?
Avranno una vita privata o sono sempre attaccati al loro Iphone, smartphone, pad, tablet, PC ?

Non è una domanda stupida ed è anche il motivo per il quale, alcune piccole aziende, persone, pensano e dicono, "i social mi distraggono dalla mia attività principale" e "richiedono troppo tempo". Ed è anche il motivo per cui esistono persone che sentono sempre la necessità di essere "collegati" / "connected".
Quando la realtà intorno non è esaltante, avere una vita parallela nei social, può essere una vera fuga a basso costo, a volte una necessità di lavoro, a volte il mezzo più economico di mantenere   e aumentare i contatti.

Ebbene, già da tempo, esistono le soluzioni, scrivere dieci, venti, trenta twitter e più, scrivere mini post, poi aprire il "programma X" e immettere l'orario, la data e altre opzioni. 
Tutto questo può portare via mezz'ora o un ora del vostro tempo, il professionista decide del suo tempo.
Nel Wall (la pagina pubblica personale) appariranno magicamente i twitter, i post nell'altro 
social network, mentre la persona proprietaria dell'account segue un corso oppure è a cena, distante dall'illusione che sia attaccato a qualche "device" o computer sotto forma di smartphone o altro.
Oramai non conta più l'origine del messaggio (penna e calamaio abbandonati, smartphone, PC, tablet o altro), solo il nome identificativo o lo user,appare sottostante, quasi nascosta l'etichetta
di provenienza "via web" o "via programma x".
Qualsiasi sia la ragione e l'origine, l'effetto sarà di una presenza continua, post o scritti motivati,
cura nel contenuto, professionalità, ma i "compiti sono stati fatti da casa" ! 
Per fare un esempio pratico, immaginate di attendere un giudizio in una causa penale o civile,
aspettando un pubblico dibattimento, dove l'accusa e la difesa si confrontano, mentre
attendete, vedete il giudice scrivere, poi al termine,vi legge la sentenza.
I compiti sono stati fatti a casa e senza alcuna discussione, intervento,nella realtà,
i "partecipanti" non sono altro che mere comparse a testimoni dell' unico atto, la sentenza.
Non vi è stata alcuna interazione tra le parti.
Questo, piaccia o non piaccia, toglie significato profondo al flusso di informazioni 
che scorrono sullo schermo, praticamente si delega una macchina all'emissione dei messaggi
e rischia di diventare un social di macchine e non di esseri umani che usano macchine. Naturalmente non sono ne saranno tutte macchine, gli amatori, principianti
ci sono per fortuna, ancora tanti!
Ed è simile all'irritazione che proviamo tutti quando telefoniamo e ci risponde una voce compiuterizzata con le opzioni o  la segreteria per registrare i messaggi e si fa chiamare "assistenza clienti".
Ho nominato più volte twitter per un unica ragione, che come social, per le sue caratteristiche, si presuppone immediato, spontaneo, "sincero", molto spesso abusato di messaggi insignificanti e inutili. Il fatto poi che molti di questi twitter emessi da persone note, con migliaia di "seguaci",
siano stati scritti tutti un giorno prima o settimane, a volte da collaboratori, molto spesso programmati da una piattaforma, toglie qualcosa al significato e l'essenza di questo social, un piccolo tradimento o vizio d'origine.
C'è sempre una differenza tra gli amatori e i professionisti, tra gli occasionali e utenti avanzati, tra le persone comuni, ingenue e i dedicati e specialisti. L'illusione che essendo l'accesso libero a tutti, tutti disponiamo delle stesse risorse, resta tale, un illusione
E' la stessa illusione che essendo in democrazia, tutti possano avere occasione di essere eletti;
sappiamo in fondo, in fondo, non è così.
I blog più famosi, risparmio i nomi, non sono fatti da un individuo singolo, così come i giornali non sono scritti da un unica persona; tutti possono scrivere un blog, un altra cosa è raggiungere
un audience.
Da una parte è giusto che la collaborazione e gli investimenti siano premiati, il prodotto professionale anche, ma dall'altra l'idea che il web sia democratico e puro, non è dato nella realtà.
Mi spiace, si avvicina ad una democrazia estesa ma per
altre caratteristiche non lo è. Le agenzie di comunicazioni, pubblisher professionisti, non avrebbero lavoro, altrettanto quelle di marketing.
Dietro l'illusione della democrazia e soprattutto delle "pari opportunità", ci sono costi che non
sono in termini di tempo e materiali, ma di veri servizi.

Questo è solo un piccolo esempio, ma sul web ci sono diverse piattaforme per programmare
post, scritti, nei vari social, vari costi e vari servizi. Non faccio quì pubblicità a nessuno,
anche se ho usato occasionalmente un'opzione in TweetCaster (app mobile) per programmare messaggi (link su twitter), oppure Buffer (app mobile e web), tutti gratuiti con opzioni limitate.
La mia ragione principale di scheduling o programmazione messaggi è che vi sono orari di "ricezione" ,ascolto per cui la comunicazione di messaggi importanti deve essere posticipata
per avere tale visibilità. Come avviene in TV, "prima serata" e "notte", così anche il pubblico
ha fasce orarie di massimo ascolto (differenti da quelle della TV). Questo è "assurdo"
perchè chiunque voglia può rintracciare nel tempo i messaggi di un utente, non vengono
persi, ne cancellati ma siamo tutti "digital overloaded" , sommersi di messaggi, l'attenzione
è molto ristretta, per cui il tempo di massima presenza diventa fondamentale.
Se questi servizi sono usati come "advertising" o pubblicità limitata, hanno una logica e una morale accettata come le interruzioni pubblicitarie in TV, ma se diventano il nostro modo usuale di comunicare, cioè in "differita", lasciando alle macchine lo scambio tra loro di messaggi, un ulteriore alienazione, dove finisce la nostra presenza, finisce anche l'identità, l'interazione e il "social".




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