mercoledì, aprile 24, 2013

Crisi e luce, alternarsi

Oggi dopo un risveglio anticipato, verso le 4,30 di mattina-notte, soffocato dal calore del piumino,
poi risvegliato a 40-80-100 km all'ora dalla corrente d'aria a temperatura esterna di 5 gradi, quasi congelato nella mente e negli umori, poi risalivo a 20 gradi e precipitavo nell'inferno del nonsenso.
Potevo con la ragione dare tutte le giustificazioni, ma la rabbia e il senso di sconfitta totale mi
riprendeva come un onda e travolgeva portanto con se il resto del mio corpo.
Ero là dove non vorrei mai essere stato, il cielo e il sole splendeva e l'erba verde circondava, al di là della portafinestra, ma da dentro non c'era nulla di tutto questo.
L'angoscia per il tempo e i tempi, tutto si scaricava su di me, non c'era uscita, tornavo a piangere, poi a pregare, poi a calciare il capannone, poi a testate, fino a che dovevo far pausa e uscire a fumare.
Tentare di calmarmi, più in là altri lavoratori parlavano tra loro, ma non ascoltavo, non vedevo nulla, non c'era il sole, non c'era l'aria, solo il nulla, solo la beffa. Mi raggiungeva il direktora e fumava anche lui nel cortiletto, cercava di rassicurare, ma la data non c'era, la data di uscita.
Dalla disperazione e con lucidità gli dicevo che ero pronto a rinunciare allo stipendio , ai contributi,
a qualsiasi benefit, poi Lui affermava che dovevo accettarli. Anche questa, è umiliazione.
Non potersi licenziare, anche questa è umiliazione.
 Allora, proponevo una cifra, pagare il mio datore di lavoro, fino a 20.000 euro, per cancellare ogni cosa, rinunciare a qualsiasi cosa, presenti e future cause di lavoro, tutto, contributi, stipendi, "avete vinto e vi do qualsiasi cosa, ma non voglio mai più avere il mio nome registrato in un databasen della vostra azienda, come fossi mai nato, vi do tutto, ma lasciatemi in PACE".
Ero arrivato, come tante e tante altre volte, al "fine corsa", quando vuoi solo morire e tutto ti è insopportabile, tutto. Dicono che tutto si misura col denaro, allora in cambio della restituzione della mia dignita, della mia vita, cosa saranno mai 20 mila euro ? Non vi bastano ? Cosa volete ?
In cambio, cancellatemi. Non verrò mai a bussare alla vostra porta, non vi chiedo niente, vi do tutto,
lasciatemi in pace.
Ammetto tutti i miei errori e le mie colpe, ma lasciatemi vivere fuori e senza di voi, perchè non sapete e non immaginate cosa provo io a dovere fare una doppia vita, senza dignità, senza alcuna coerenza, solo con questa angoscia continua e incapacità, questa condanna.
E' come se un prete predicasse contro la pedofilia e poi la praticasse, è come se il riscossore e controllore delle tasse le evadesse, è come se il poliziotto vendesse droga nelle scuole e arrestasse gli altri spacciatori, è come se lavorassi per voi....
Tutto questo è assurdo, umiliante e degradante, quando non puoi nemmeno protestare contro l'azienda rinunciando allo stipendio, come se ti ammutolissero e pretendessero di comprarti, come una vecchia prostituta.
E poi la derisione, "non sai organizzarti nel lavoro..." certo, è sempre lo stesso motivo, quindi facciamola finita in un modo o nell'altro, vi prego, perchè questa è l'unica uscita possibile, nel vostro futuro di me, c'è solo la mia fine.Tutti i giorni mi umiliate e degradate a cenere, a nulla, senza dignità, senza il mio tempo, solo caricandomi di angoscie. Ne ho abbastanza, il limite.
Esco con il lungo guinzaglio, vago, sempre più robot, ma la mia mente non risponde mentre eseguo, come fossi stordito da una droga, rabbia e continua amarezza.
Molti, assurdo, pagherebbero per stare al mio posto, non importa come,dove, quanto tempo.
Con la mente, capisco che è un assurdo pagare il datore di lavoro, come se l'acqua risalisse dalla foce alla sorgente in montagna, ma non c'è storia nell'esasperazione di un unica lunga giornata.
Per uno scopo, qualsiasi mezzo.
Poi le ore passano, non si completa, tutto è stravolto e incerto, come il mio tempo, non è un lavoro, è una finzione. Anche ad essere precisi, non c'è sequenza, il caos, tutti i giorni.
Puoi fare gli sforzi che vuoi, è tutto inutile, frustrante. Alla fine rientro, alla fine sorpasso l'orario, alla fine è caos, poi quando sto per uscire e proporre altri soldi, altre promesse per uscirne oppure lasciare
i documenti e dare addio per sempre, mi confermano non solo due giorni, ma cinque giorni di ferie, con  2 finesettimane 2 giorni di feste nazionali, insomma un totale di 11 giorni...Non riesco a crederci.
Sono commosso, la mente si scioglie e il respiro torna, una sensazione di pace immensa.
Un cambiamento di stato, quale migliore medicina per la mente e il corpo ?

La partita è solo rinviata.




lunedì, aprile 22, 2013

C'mon people (we're making it now)


Una canzone per amare la vita...
("there are so many things I can do...)

Sometimes I feel like I can't move on
nothing in life is turning me on
but I still see clearly, when I see you smiling

you know nothing seems to fit
I couldn't see my way through this shit
when every single second of my waking day

was thinking of you
thinking of you
you never know

that I am alive
I am alive
I wanna grow
there are so many things I can do
just like falling in love with you

so take my hand now understand now
you can come here too

c'mon people we're making it now
yeah yeah yeah
c'mon people we're making it now
yeah yeah yeah

but today I worked it out
I got something I can shout about
someone who believes in all the things I'm thinking

but where have you gone
where have you gone
I'll never know

that I am alive
I am alive
I wanna grow

there are so many things I can do
just like falling in love with you

so take my hand now understand now
you can come here too

c'mon people we're making it now
yeah yeah yeahhhh
c'mon people we're making it now
yeah yeah yeahhhh
c'mon people we're making it now
if only you could be with us

don't stop now
oh no no
don't stop now
oh no no



domenica, aprile 21, 2013

A ricordo di Luca F.

Anni fà, 2006/7, al ritorno nel Magazzeno, tra bancali, pacchi,luci al neon, pilastri, nel vasto capannone, una sera, come tante altre sere, ci ritrovammo in turno.
Era la zona centrale, circondati da casse, quasi fosse una stanza senza soffitto, copriva la vista di persone, intorno ad un bancale appeso ad un vericello o transpallet, giravamo intorno e prendevamo e lanciavamo un pacco nei vari contenitori-casse.Sembrava una danza a cerchio intorno al bancale, con cadenza continua, si parlava e il tempo iniziava a scorrere, dalle dieci alle quattro di mattina, in una quiete notturna.
C'era "L'avvocato" (soprannominato così di diritto e di fatto) ma nulla aveva del titolo, solo una persona che piangeva su se stessa e il suo destino, occhiali e aspetto da impiegato, del meridione. Era preso in mezzo da tutti e accettava il suo ruolo sacrificale come un esempio amaro, lavorava a scartamento ridotto. Poi c'era Luca, un personaggio mal sopportato,per il suo modo di lavorare, anni di magazzino, serio, lavoratore, quasi una macchina. Per lui i chili e i bancali erano come chicchi, li guardava, nelle sue braccia normali ma veloci e resistenti fluivano a ripetizione come una mitragliatrice e divorava così quintali. 
Non lo sopportavano perchè lavorava e non si lamentava, in un ambiente dove pochi, su una mano, lavoravano davvero. Lo incontrai in quel cerchio-focolare intorno al bancale, dove alcune settimane prima avevo incontrato Valeria. 
Aveva i capelli lunghi, un età indefinita, con un accento bolognese forte, modi bruschi e spicci, una specie di corazza di duro, in realtà una persona generosa e altruista.
Non era facile accettarlo e diventare un suo "amico" per il suo essere ruvido.
In quelle sei ore, mentre i pacchi e i chili volavono alcuni metri, a volte s'incrociavono a mezz'aria con spinte contrapposte e poi cadevano per terra, si parlava di altri mondi e altre esperienze, il tempo trascorreva, arrivavano le quattro e si chiudeva la nottata per un sonno che per me terminava poco prima di mezzogiorno.
un magazzino qualsiasi
 Come tanti aveva un passato oscuro, oltre al lavoro in officina, nei traslochi, qualche cosa con la droga forse, qualche cosa che non va detto ne ricordato.
I suoi occhi luccicanti e acuti che s'intravvedevono alcuni istanti quando ti guardava e la fronte era libera dai lunghi capelli, facevano in qualche modo immaginare, un lungo passato.
In quelle settimane, il club del bancale si ritrovava e un focolare di persone s'incontrava, alla fine, in qualche modo ci si ricordava, capiva, conosceva. Le storie.Più volte ci siamo rivisti, dopo il grande gap e la grande delusione di...ma lasciamo stare, chi dentro e chi fuori, dispersi e destini diversi e senza alcun senso.
Eravamo , quando ci siamo conosciuti, dei temporanei ricorrenti, con vacue promesse e accordi nazionali,come in tante aziende in Italia, tutto alla fine scritto nell'acqua, ma chi lo sapeva ?   Fidarsi è bene, non fidarsi è molto, molto, meglio.
Alla fine ci si conosceva, le storie s'intrecciavano, Luca conosceva Valeria, l'altro io, io conoscevo lei, ci si mandava saluti per interposta persona tra un turno e l'altro e si campava di tempi e attese indefinite, senza mai aver alcun progetto personale.

Si era sospesi o precari, la condizione peggiore per fare dei veri progetti di vita e scelte.
S'immaginava l'azienda come una "mamma", un po' strana, un po' incomprensibile, un po' di tutto,ma pur sempre con un residuo di fiducia...
Ricordo fuori, da civili e borghesi, nel triangolo degli uffici vicino alla stazione, gli incontri e le discussioni tra noi circa il destino e le sue possibilità, in squallidi bar, mentre il focolare si era già disperso e non c'era ritorno. Ricordo le visite ai due sindacati, con il dubbio a posteriori di aver incontrato un altra voce della stessa azienda, non un associazione pro-lavoratori. Era la colpa di volere un lavoro normale, quando le richieste erano troppe, qualcuno non era come gli altri, solo qualcuno.Luca era rassegnato ma non aveva mai fatto o avuto quel ruolo che gli proponevano, così lo incontrai un altro paio di volte, oltre a telefonargli, sempre ricevendo un caloroso benvenuto.
Tutti si ricordavono dei suoi chili, ma in realtà erano quintali e tonnellate che spostava, della sua resistenza e forza, come poteva essere debole di cuore ?

Stamattina il mio telefono alternativo e vecchio, non ufficiale, registra la chiamata, così richiamo prima delle otto, la sua voce, come dall'al di là, tremante e disperata, abituata a vedere amici scomparire,mi risponde con un assurdo "sto dormendo!" poi mi riconosce e mi dice "ti ho cercato tante volte" e poi  mi grida "Lo sai che Luca è morto? " solo per un attimo non ricordo.
Non so se è la seconda o terza volta, spesso parliamo solo di persone scomparse, tutte vicine d'età, coetanei o quasi, lei ne conosce molti, molti più di me.
Alla fine mi ripromette che ci sentiamo più tardi, chiedo "ma come è morto?" " E' morto per il cuore, tutta colpa di quel lavoro di m. che gli facevano fare". 
Non lo sà, resto pietrificato e non riesco ad accettare che un ragazzo di aspetto normale ma di una tempra eccezionale finisca per il cuore, così...
Lei non lo sà e non so davvero come risponderle, anche se so, che lei in mezzo a quella gente che la disprezza, è una perla ed una stella, ma lei non sa nemmeno questo. Luca la pensava nello stesso modo.

Non si può combattere la storia e aver desiderato che nulla, nulla, di tutto questo fosse accaduto, non si può formattare la mente come un disco, non si può dimenticare, non si può cancellare, non si può  dire ai propri occhi di non aver visto e ai propri orecchi di non aver ascoltato. Non si può combattere la propria storia, perchè non la si accetta e non la si vuole, comunque la si guarda.
Il suicidio di fronte alla morte, non è la soluzione della vita. Di fronte alla vita, nemmeno la vita apparente è l'opzione.Ma questo sì, cambiare, scomparire, finire, terminare EnricoCE o se stessi  è la soluzione!
Avere un nemico è una grossa motivazione a vivere, studiarlo ogni giorno e misurarsi con la sua perversità, con la sua organizzazione tentacolare, con i suoi trucchi, avere un nemico è una fonte d'energia e d'ispirazione.Un nemico che si odia con tutto il cuore e si disprezza, perchè ha inflitto dolore a se stessi ed altri, gratuito, che stravolge le vite delle persone e cerca sempre di deresponsabilizzarsi, anzi giustificarsi, l'odio è immenso, la rappresentazione del male in terra. Purtroppo ne segue che ho perso ogni dignità e mi sono coperto di vergogna ad avere contatti con un essere talmente disgustoso da non poterlo nominare. E' un meccanismo psicologico normale, le vittime si sentono colpevoli del male che subiscono, sentono la vergogna e non ne riescono a parlare. Mi fa schifo lo stipendio e i bonus perchè so che è frutto di attività mafiose e di organizzazione criminale e non vedo l'ora di restituire tutto, ma chiedo anche che il mio nome venga cancellato dai loro archivi elettronici e che non esista mai più per loro. La frustrazione nasce dal fatto che nulla si può raddrizzare e cambiare, il nemico non si può uccidere e nemmeno provocargli un po' di male, allora solo un intelligenza,comprensione fuori dal comune può salvare 
da Mafia spa o meg@zienda."Liberaci dal male".

Indovinate chi  ero ? E chi voleva sposare la maestra ?
Ecco se quel ragazzino avesse saputo che avrebbe incontrato nella sua vita una tale disgrazia, l'avrebbe terminata anzitempo, con tutte le motivazioni di oggi. La domanda:
What I have done ?


 In this farewell
There's no blood
There's no alibi
'Cause I've drawn regret
From the truth
Of a thousand lies

[Pre-Chorus:]
So let mercy come
And wash away
What I've done

[Chorus:]
I'll face myself
To cross out what i've become
Erase myself
And let go of what i've done

Put to rest
What you thought of me
While I clean this slate
With the hands of uncertainty

[Pre-Chorus]

[Chorus]

For what I've done
I start again
And whatever pain may come
Today this ends
I'm forgiving what I've done!!!

[Chorus]

What I've done
Forgiving what I've done


musica e testi Linkin Park

giovedì, aprile 18, 2013

Una domenica fuori porta

La prima domenica di sole dopo tanta e tanta pioggia 14 Aprile 13 ed ecco un po' di foto, Ferrara Fiera, "manifestazione fiera delle sagre".









"Sagra del somarino" (assaggiato, ottimo)

"Sagra del Bertoldo" (costumi del paese)


Fontane di cioccolato:



Artigianato locale


Sportive Lamborghini costruite e del museo della zona


Raduno Camperisti


Assaggi gastronomici, salami, somaro, pane, pizze, formaggi, vini, etc.
L'ideale per distrarsi dalla crisi generale, scoprire il mondo "locale" (un controsenso) che sussiste e gira intorno a noi, a pochi chilometri di distanza, ma che appare dimenticato durante la settimana.
Una frase ricorrente, "L'Italia delle province, dei paesi", dove il ritorno alle campagne, ai piccoli comuni, quando l'economia delle città, delle aree industriali, commerciali, sembra esaurita. Un rifugio ricorrente, come un ritorno al passato.

giovedì, aprile 11, 2013

Io, vizi capitali

Verso le quattro di mattina mi sveglio e dopo la classica domanda "che ora è? " un attimo confuso, sento lentamente scorrere il sangue nelle vene e la miscela che l'accompagna.IIn un attimo lucidità,  prima del caffé,  anche senza caffé,  "Io vi odio con tutto il cuore per il male che mi avete fatto! " e vedo il logo di meg@zienda scorrere sui loro veicoli, penso ad un altra giornata di...
Cosi dal letto, dal buio e silenzio profondo mi sveglio odiando i miei ultimi dieci anni e oltre, con essa tutto il relativo di quella perversa relazione dipendente-azienda.
Poi il touch screen che avverte l'odio correre nei miei popastrelli si blocca piu volte.Per fortuna sto prendendo dei calmanti, altrimenti che cosa farei oltre a scrivere?
In un database o piu il,mio nome è associato a questa azienda, ed ora questa è la cosa che odio di piu, associazione mafiosa perversa, sarò costretto a cambiare nome e paese.Ma ora devo andare al lavoro, forse continuo dopo la mia rabbia.














venerdì, aprile 05, 2013

Dedica

Questo video lo dedico a tutti coloro che stanno passando un momento un po' deprimente, oppure sono despressi, per i loro motivi personali,  ciascuno e per ciascuno ragionevole ed essenziale. Provano quel desiderio quasi inestinguibile di arrivare alla fine e si chiedono se non sia la loro mente...il contrasto acceso tra la realtà e la percezione della mente.
Come tutte le grandi canzoni, è un remake, infatti ascoltai l'originale quindici anni fà, in Belgio in casa di un italo-belga, francofono. Bottiglie di birra e "fumo" oltre alla sua ragazza erano la sua principale occupazione e compagnia. La domanda era lecita: "where is my mind?" . Oggi pensavo, (ogni tanto lo faccio), la parola "drug" in inglese-americano è la stessa usata per medicine, ma indica la stessa cosa, sostanza non-naturale, artefatta per modificare qualcosa nell'uomo. Drug è cocaina ma anche aspirina, in Italiano,  invece tutto ció che è dietro il banco della farmacia è medicina (esiste anche in inglese il termine). Poi dato il periodo di crisi, abbondano psicofarmaci, che altro sono, se non vere droghe? Cosa fanno?Cambiano intenzionalmente le percezioni, il comportamento e carattere delle persone, anche l'eroina lo fa. Il drogato è cattivo, il depresso che usa psicofarmaci è accettato,un elemento che riceve aiuto. Aiuto per che cosa? Sopportare ció che non riesce naturalmente. Visto l'orizzonte quotidiano odierno, il consumo è generalizzato, in aumento. Ad un certo punto, forse la gente accetterà la lobotomizzazione per mantenere un lavoro, mancanza di emozioni, personalità, volontà, estraneità da se stessi, per mantenere il ritmo produttivo. La chiameranno,  per paradosso, scelta di vita.
Un corpo, un automa, sarà molto efficace per produrre. Io o quel che resta, nó, non l'accetteró, sembra scontato dirlo o scriverlo, peró in molti, la tendenza, in quella direzione, evitare i problemi. Un automa,  un grande vantaggio, non ha problemi, accetta straordinari e riceve solo input.
 Grazie, preferisco soffrire ed illudermi che da schiavo un giorno ritorneró libero, piuttosto che avere la mente bianca e vuota come un sepolcro.
 Alla fine la mente, la nostra mente che non vediamo e tocchiamo, è come il nostro corpo, cosparso di lividi e ferite.














mercoledì, aprile 03, 2013

Intervista ad un pentito

Il pentitismo è una tendenza comportamentale umana in base alla quale un soggetto membro di un'organizzazione criminale (siano esse o meno a connotazione mafiosa o terroristica), decidono di rilasciare - dopo la loro cattura - confessioni e dichiarazioni alle autorità inquirenti tali da permettere alle medesime di prendere misure adeguate a combattere e addirittura debellare le stesse organizzazioni; in cambio, i pentiti ottengono delle riduzioni di pena.
Tale individuo viene spesso definito come collaboratore di giustizia, o pentito nel linguaggio comune
.
 -il pentito ha un tempo massimo di sei mesi di tempo per dire tutto quello che sa, il tempo inizia a decorrere dal momento in cui il pentito dichiara la sua disponibilità a collaborare;
-il pentito non accede immediatamente ai benefici di legge ma vi accede solo dopo che le dichiarazioni vengano valutate come importanti e inedite;
-il pentito detenuto dovrà scontare almeno un quarto della pena;
-la protezione durerà fino al cessato pericolo a prescindere dalla fase in cui si trovi il processo.

FONTE WIKIPEDIA


martedì, aprile 02, 2013

senza fine

Senza fine come la pioggia che si sta abbattendo ora sui tetti, sono un quarto prima delle due di notte/mattina, tre ore e mezza prima di svegliarsi senza sveglia, di nuovo il muro e l'impossibile. Tutte le volte mi rassicuro, non è vero, non c'è da preoccuparsi, è tutto sotto controllo, e poi tutto ritorna...la voglia di farla finita.La stessa situazione insostenibile a tempo indeterminato.
Gli schiavi hanno una volontà? E se ce l'hanno, come si esprime?
A parolacce? Stando a letto malati?Oppure con azioni estreme? O con incidenti?
 Sbattere la testa contro il muro o il capannone di lamiera fa male, ma fa molto, molto, piu male una situazione senza uscite, quello che si sente dentro e corrode e altera tutta la vita.
Tutto il resto, parole e parole,