giovedì, agosto 28, 2014

La storia e la strada... continua San Pietroburgo -История и дорога продолжается ... - Санкт-Петербург

Diversi giorni fa avevo iniziato a scrivere, questo post, ma durante il viaggio, non riuscivo a scrivere per mancanza di tempo,velocità, stress,  troppe e tante cose da scrivere....
Sarò breve....ancora oggi non riesco a scrivere, domani riparto e le giornate sono state troppo intense....23 giorni a S.Pietroburgo.

1- Road Trip - Viaggio
Partenza - Выезд Санкт-Петербург
Sabato 2 Agosto 2014 from lidi degli Estensi






Ho dovuto aspettare per consegne alcune ore proprietario parcheggio,quindi alle 11;30 di Sabato sono potuto partire.

Viaggiare in moto e fare i bagagli è difficile, ho trovato più difficile di tutti tipi di viaggio nave,aereo,bus,auto etc. L'essenziale, per la moto, per se stessi,non ingombrante e inutile. 
Solo questo fa alzare la pressione arteriosa a 170.
All'inizio del viaggio,penso all'Austria, il paese più vicino e...mi sembra già troppo lontano.
La strada da lido degli estensi a Verona, non è molto battuta e conosciuta, un viaggio solitario sotto le minacce di autovelox, buche, strade repentinamente disconnesse. No Gps, no cartine, nulla di nulla, solo lo studio del percorso all'inizio.Bel tempo ed era già positivo.

Per qualche mistero, quando credo d'iniziare la vera strada, la tangenziale e i raccordi per e da Verona, mi trovo in un inferno di traffico e lavori.
Il due di Agosto era forse la giornata meno indicata, cartellino o bollino rosso, un fiume di auto per le autostrade.

Il passaggio delle frontiere è annunciato solo da alcuni cartelli dove indicano i nuovi limiti di velocità, alcune regole, il bonus di vivere in Europa senza mostrare documenti.

Berlino era ancora piuttosto distante, irraggiungibile.
Bisogna sapere che in diversi paesi l'autostrada è pagata in diversi modi, alcuni con la "vignette" un adesivo valido per alcuni giorni, settimane, per l'uso dell'autostrada, in altri è come in Italia (Polonia) ovvero c'è un casello,in altri non sapete nemmeno che siete in autostrada (Russia).

In Austria verso sera sono stato colto da una pioggia torrenziale, avevo tre "schermi", il parabrezza moto bagnato, visiera casco bagnato, occhiali moto bagnato e appannati, non vedevo quasi nulla, non sapevo dov'ero, un po' di panico per instabilità moto, acqua a 20 cm. circa, uscito da autostrada alla ricerca del primo posto da dormire, dove capitava.

Così ho visto Zimmer /camere, a fianco di un edificio enorme, poi scoperto essere una stalla...andava bene anche lì, sarebbe stato caldo, pulito,accogliente.
Senza capirsi, la Frau, signora anziana, mi offre una camera e colazione, no documenti, a 25 Eur. Ero l'unica persona in moto. Ho cenato di fronte da Cinesi con buffet, molto gentili.La pace e il silenzio del luogo impressionante, ho capito allora che il viaggio era davvero diverso dalle solite passeggiate in moto da 2/3 ore.

Partenza la mattina e poi dopo soste, prima del vero "Brennero" ho incontrato e parlato con i primi bikers ! 

Un greco con yamaha T-max e un austriaco con Harley.Questo uomo austriaco con compagna, vestiti di pelle,  Harley modello Glide, occhiali rayban a specchio, sembrava "Francis Poncherello" in CHIP's ,"california Highway Patrol".
Mi ha dato diversi consigli, su come affrontare il viaggio. Era orgoglioso di essere sopravvissuto alle strade Italiane.
Posso confermare, ripetere, i bikers sono come una "familia", "brotherhood", mondo a sè, gruppo, associazione libera e spontanea.
Il Brennero è particolare, in tanti lo conoscete, sapete cosa vuol dire, autostrada alpina, curve e salite, freddo improvviso, valli.La corsia di destra è riservata ai mezzi pesanti che carichi quasi si fermano nelle lunghe salite e poi devono prestare molta più attenzione a...scendere.
Tutti, nessuno escluso, quando dicevo la destinazione, sorridevano....(Questo è matto?),poi "auguri, buon viaggio", come se mi aspettasse qualcosa...qualcosa di inquietante...la cosa non presagiva nulla di buono.

L'incoraggiamento maggiore l'ho avuto da un parente, quasi con le lacrime, mi ha chiesto "Hai fatto testamento ? Fai la lista delle tue cose...così sappiamo dove sono...E' molto pericoloso, la guerra, i banditi...". Mi chiedevo dove stessi per andare, in Afganistan o in Europa ? Ma la geografia è anche un opinione mentale, una percezione alterata e rappresentazione di troppa TV e voci per sentito dire, propaganda inclusa.
Il terzo bikers, mi disse, "Fino a Varsavia ci sono le autostrade....poi...non sono strade...vedrai" ed era un altro Biker Harley Davidson dalla Polonia incontrato poco dopo l'ingresso in quello strano paese.
I bikers che macinano centinaia, migliaia di chilometri, viaggi lunghi, tour, hanno altre visioni e modi di raccontare la realtà. Non interessa la velocità, la media, records, ma il tour, avvisare dei pericoli, com'è il viaggio. Una condizione esistenziale, seduto per quanto confortevole, fuso con la moto,lunghe ore, soste, sguardi persi negli orizzonti e sapere che è solo un momento, un respiro per poi ripartire, abbandonare il luogo appena conosciuto.
Sapere che ogni tappa è terra conquistata, "ovunque il tuo piede poggerà, sarà terra vostra".
Gli elementi, terra, acqua, fuoco (sole), vento, bruciano il volto, le narici, penetrano i vestiti, e il cavallo meccanico attraversa tutto questo, sentire la propria fragilità, l'equilibrio su due ruote, ma anche lo stretto contatto con tutto il circostante, la natura.
Molte somiglianze tra guidare una moto e condurre una vita.

La Germania, la non-frontiera, le autostrade gratis! 

No concessionari, no caselli, alcuni tratti con velocità libera.Sempre boschi intorno, tranne al passaggio verso Monaco.Ho visto la sede della BMW, un edificio a ridosso di incroci autostradali a sei corsie, periferia di Monaco.

Solo verso sera, un altro agghiacciante acquazzone mi coglie in autostrada, rallento, fermo, aspetto e proseguo, poi di nuovo pioggia, alla fine, non vedendo nulla di nulla, niente assoluto, esco e come un cieco cerco un posto per dormire, prima che venga buio.

Alla fine un'hotel, forse l'unico, in questo paese, quattro stelle e camera singola con bagno a 70 eur, colazione super, come un pranzo. 
Qui i documenti vengono richiesti, fattura emessa, regole fissate e certe, ma posso parcheggiare gratis la moto nel sotterraneo.
Ogni giorno con giacca moto protettiva, paraschiena, casco, scarpe antifortuni, pesavo alcuni chili in più, ogni giorno polvere, aria, acqua, gli elementi.
Ricordavo il trasporto, il viaggio in aereo, una specie di bilocazione, "beam-up",solo la paura delle ali ed essere sospeso per un ora e mezza nel vuoto. Nulla a confronto di giorni e ore di guida. 

Il giorno dopo riparto, con la sensazione terribile di essere come una macchina ammaccata, stanco senza capire "cosa avessi mai fatto", solo una media di 600/800 km.

Entro in Polonia, no frontiera, sole, tutti in calzoni corti, alcune donne per strada....tentano di fermarmi,prostitute, ma sono troppo occupato! Entro dentro le stazioni di servizio, la benzina costa poco, ci sono riviste, video cassette porno, preservativi etc, insomma un paese fissato e ossessionato dal sesso.
L'autostrada dal confine per Varsavia è larga, in ottime condizioni, ogni tanto un forte odore di stalle, vacche da tutte le parti, unico problema la guida dei polacchi. Mi tagliano la strada, sorpassano e poi frenano, s'immettono in autostrada quando vedono arrivare qualcuno, non prima e non dopo, insomma l'opposto di una comune normale intelligenza.
Arrivo in Varsavia ed è piena di roadworks, lavori, blocchi, in diversi punti non controllo la moto, per fortuna non piove, ci sono strade ed edifici in costruzione ovunque.
Le indicazioni scarse, la mia destinazione EST.
Alla fine, si vede povertà, ho tralasciato il posto dove la notte ho dormito in Polonia... Sarebbe parte di un film comico, con 20 eur, dormito e mangiato in soffitta, colazione con acqua calda e nescaffè in granuli, insomma, niente. Una bambina di 9 anni serviva ai tavoli ed era sveglia e intelligente. Nessun scontrino o ricevuta. 
Sono seduto al tavolo quando finisco di bere l'unica birra fresca rimasta, quando arriva un gruppo di persone, un ragazzo, due ragazze e una donna, dal rumore e dalle chiacchiere, sono italiani anche loro.....
Mentre tento per la decima volta la connessione con internet, "parole" o password, ma non funziona, tocca all'italiano rimasto chiedere per i loro smartphones le stesse cose che avevo chiesto io.Dopo circa una mezz'ora che tutti si sentivamo stupidi, avevo cambiato tastiera e messo quella in lingua polacca, il genio di questo ragazzo, dice :"il router è spento! Accendi!" e ...tutto funziona.La mattina quando vado a controllare la mia moto, trovo questo gruppo d'italiani vicini ad un furgone, con tanti box e cani,diretti per un evento canino in qualche paese estremo nord, Fillandia o Norvegia. Fanno passeggiare i cani e lasciano il segno intorno a questo "hotel".
Entro in Lituania, strade che non sono autostrade, poi destinazione Latvia (Riga).
Immaginate una via emilia, a tratti molto peggio, strada internazionale, velocità media 60-90 km , solo ogni tanto tangenziali a tre corsie. Si fa davvero faticoso, difficile, lungo guidare così per centinaia di chilometri.
Ad un distributore, si ferma un locale, perchè biker, parliamo broken-English ma sempre meglio di quello di alcuni noti politici italiani. 
Mi da diversi consigli, mi chiede altri su Italia e strade, poi mentre sto per partire, si ferma un suzuki stradale un po' vecchio, lo guida un uomo tutto vestito di nero, alto, grosso, poi si toglie il casco ed ha una faccia giovanissima, capelli biondi, un po' timido.
Così iniziamo a conoscerci,si chiama Pedra,(se scrivo e pronuncio bene il suo nome) svedese, due mesi in touring per l'europa, ha 21 anni e sta per tornare a casa. Sul portapacchi ha tenda, borse, in confronto la mia moto è vuota, lui si è portato di tutto e di più. Mi dice che ha attraversato anche Albania e altri stati. Così facciamo amicizia e percorriamo oltre 200 km insieme, su strade E22 o A2 ma non sono autostrade. Semafori, lavori, fotocamere, controlli, pericoli.
Ad un certo punto noto qualcosa di strano e gli faccio segno di seguirmi.Invertiamo rotta e troviamo a cielo aperto un museo di aeroplani,elicotteri, piccola pista da volo, centro di controllo e piccolo hotel.



Abbiamo fatto numerose foto, girato a piedi e poi ripartiti. Dovevamo raggiungere Riga, non sapevamo dove fermarci, dove e quando dormire e mangiare. Mi seguiva a distanza e io quando sorpassavo tenevo la strada per permettere a lui di fare altrettanto, in un certo senso la guida ma anche quello che rischiava di più. Questa "fratellanza", spontanea amicizia tra bikers, mi ha davvero colpito, ovviamente... stranieri, non Italiani, ...sorry, ne ho incrociati, mi hanno sorpassato, salutato, gesto della mano, luci, ma mai una parola. Gli italiani (non io) girano in gruppo tra loro, non sono socievoli con stranieri ne con altri della stessa nazionalità.





Quando sono ...si sono arrivato in Russia, l'amicizia e fratellanza tra bikers era ancora più forte, sempre saluti e tante altre cose ancora.
Avrei ancora tante cose da raccontare,ma non c'è tempo, questi 23 giorni qui a S.Pietroburgo sono stati molto, molto intensi. E' come venire dalle catacombe (Romagna, Italia) alla vita, tanta vita, voglia di vivere, fino all'estremo. 
Quando ho passato la FRONTIERA, perché è ancora la vera frontiera, quella che fa sudare freddo, tra Estonia e Russia, cancelli, telecamere, speakers, controlli, moduli, ...tra EU e CSI, dove camion sono fermi intere giornate, dove non si sa quanto tempo occorra per percorrere solo duecento metri di strada, è stata un'avventura.
Ne parlerò la prossima, spero ci sarà la possibilità, la prossima volta.