lunedì, febbraio 24, 2014

Il meglio di sempre

 Il motivo per cui ho scritto questo post, lo trovate nel primo video che ho condiviso, al momento dell'inserimento nel blog (circa 2 settimane fa) era stato visto oltre 360 mila volte.
Consiglio vivamente la visione, anche prima di leggere il resto del post, miei personali commenti di dubbia importanza. Nel fondo, sottolineo qualche mia esperienza tecnologica negativa.
 
Era il 1999, un altra epoca di gadget cellulari, anche la Nokia era un altra azienda, ancora destinata ad alcuni anni di successi,era uscito il primo film della serie Matrix e c'era l'ultimo modello di cellulare,
questo della foto accanto, il nokia 7170. (Purtroppo a seguito di editing su tablet, la foto e parte del post è andata persa)
Ovviamente nel film permetteva delle funzioni che non esistevano nella realtà, come il cambio da una dimensione all'altra. 
La novità, allora pareva futuristica e quasi inutile, un WAP browser per vedere un po' di internet, le poche pagine disponibili anche su mobile.Su uno schermo del genere non si potevano leggere molte righe.I servizi erano il meteo, la borsa, le news, non molto.
Era "il meglio di sempre" di allora.
In stand-by, cioè acceso ma senza usarlo, poteva durare da una settimana a dieci giorni prima di scaricarsi del tutto. 
Ebbene lo comprai pochi mesi dopo, ovvero l'anno successivo e ne ero piuttosto orgoglioso, pensando che fosse l'ultimo telefono che avrei comprato. 

C'è un gioco, chi vende il gadget dice che è il "meglio di sempre", chi acquista si giustifica dicendo che è "il definitivo" , l'ultimo della serie.
Poi esistono salti qualitativi dei prodotti, tali che il nome è riduttivo, cambiano natura per le molteplici funzioni e occorre una nuova definizione.
Il mio primo smartphone, il galaxy next, (2011) vi era una vecchia versione del sistema Android, ma il principio di avere tante app o applicazioni per svariati compiti, i sensori, le personalizzazioni lo rendevano completamente diverso dai telefoni precedenti.
Uno smartphone ha tanti e tali funzioni, che il telefono è secondario. Potrebbero vendere anche se non fosse più telefono. Non è un caso che l'anno scorso siano stati venduti più smartphone che cellulari puri e semplici.
Poi come tutti sappiamo, dalle grandi vendite,dai grandi numeri, si creano "guerre commerciali" tra grandi gruppi, scelte di sistema differenti, noi utenti stiamo a guardare, anche se in teoria, dovremmo essere i votanti come acquirenti e quindi loro giudici.
Con molte persone non è possibile addirittura discuterne dei pregi e difetti, perchè il loro "marchio" di gadget  è diventato una religione, a tanto siamo arrivati, quindi per evitare discussioni, in questo blog non farò nomi, ne darò supporto ad una o altra fazione.

Ciò che affascina e fa parte di questo marketing globale, sono i nomi e le funzioni che richiamano a film di fantascienza, se comparati con la tecnologia del 1999 o solo di alcuni anni prima,
Se il modo di interagire con un app è piuttosto semplice, ricorda la calcolatrice, premere il tasto e immettere qualche dato e in un attimo restituisce il risultato a seconda della funzione dell'app,il processo è molto differente dal' uso di una tastiera da pc. 

La frontiera prossima è parlare alla "calcolatrice-smartphone" o device o quella cosa che ossessivamente la gente si porta appresso come una seconda ombra d'identità.

La cosa più divertente è il nome scelto per una serie di smartphones, Nexus, mi ricorda il noto film di Blade Runner,(i robot della famiglia Nexus fuggiti dalla colonia,i più intelligenti e simili agli umani) ma pare non vi sia connessione.
Nel film Deckard alias Harrison Ford parlava alle macchine, per esempio lo scanner, il computer di bordo, e questi eseguivano.Nel 1984 (epoca del film, il libro era del 1974) non era comune la sintesi vocale computerizzata, pertanto sembrava pura fantascienza.
Nei due brevi filmati Youtube successivi si mostrano delle interazioni più che comandi vocali impartiti ad uno smartphone, dato che questi restituisce informazioni.
Confesso che mi hanno sorpreso e riportato alle stesse memorie dei film, pura coincidenza.

Certo da alcuni anni anche i navigatori satellitari riconoscono la voce,(immissione del testo con la voce) e offrono la guida vocale,l'utilità è evidente, evitare distrazioni alla guida,permettendo di avere libere le mani e gli occhi,
Questa utilità/modalità viene o verrà aumentata negli smartphone o ciò che si è evoluto nel tempo, lo vedete in questo filmato;



Un confronto fra due sistemi:



Un'altra funzione da fantascienza rispetto ad una decina d'anni fà è la tecnologia NFC che è presente in alcuni smartphone e ancora "limitata", non diffusa. (scambiare dati, denaro, con la prossimità, detto in maniera semplice). Attualmente si possono fare dei piccoli pagamenti avvicinando lo smartphone a certi "sensori" o lettori NFC.
Molto spesso le innovazioni a prima vista sembrano inutili, pleonastiche, scommesse nel futuro, incerte, anche se spacciate per il meglio di sempre, solo nel tempo, a posteriori si potrà sapere.
Una cosa di cui sono piuttosto certo, molte volte viene spacciato un miglioramento che tale non è, semplicemente per vendere di più o cambiare il corso del mercato degli acquisti. 
 
O forse non è il meglio....
In tutta sincerità e per esperienza, il tablet non eguaglia il computer e decine di operazioni di editing sembrano ancora 'mission impossibile' , certi programmi non danno lo stesso risultato e quindi l'equivalenza pronosticata ancora tarda ad arrivare.
Altre funzioni sono più comode su tablet, leggere un libro o un giornale anziché su un pc o notebook.
Quante volte avete però litigato con la tecnologia ?
Il tablet che per sbaglio cancella un post, una pagina, con ore di lavoro ?
Foto e dati persi non si sa dove....(In questa pagina è successo almeno 3 volte).
Correzioni di parole senza autorizzazione, invio di dati non richiesto, automatismi non controllati, pubblicazione di dati senza personale conoscenza, ...
Lottare con il correttore automatico è qualcosa di insano, alla fine escono messaggi diversi da quel che pensate, perché il software l'ha pensata così.
Quasi tutti i giorni litigo col navigatore, su tablet e telefono, per una logica perversa, rende lunghi e molto complicati i giri a piedi e in auto. Farsi guidare da qualcuno che è decisamente più stupido, ci rende ridicoli, automi e dipendenti.
Sì è successo tutto questo e non è certo il meglio di sempre, ma il tanto peggio di prima.
La cosa fondamentale è che come un buon piazzista o venditore, sono riusciti a convincervi che spendere 700 o 900 eur, non compravate solo la "macchinetta", il miglior hardware possibile, ma il marchio, entravate nella confraternita degli eletti, con le migliori funzioni, la migliore sicurezza e stabilità.
A nessuno viene in mente la connessione informatico=venditore, perché sembrano due mondi completamente diversi o almeno così vogliono che continuate a pensarla così.
Provate ad immaginare invece questi "guru" della tecnologia come i vecchi apprendisti stregoni, quelli che affollavano i mercati  e affascinavano le persone con gli effetti speciali.
Un esempio ? "Porta il tuo ufficio sempre con te, con il cloud!". In teoria,  se manca la connessione internet state su altri pianeti perché mancano ancora le infrastrutture.
 
A livello di marketing e vendita, li ritengo più che competenti; pochi mesi dopo, prima che esca il nuovo ultimo prodotto, trovate come i panettoni dopo Natale, lo stesso telefono dal costo ridotto, equivale a liberare i magazzini prima di far entrare nuova merce. Dare la sensazione che il "prodotto è superato" (sono passati solo sei mesi dalla sua uscita) , in modo da presentare il nuovo prodotto, in tutto e per tutto , una nuova rivoluzione. A volte hanno sotto il cofano un nuovo motore che purtroppo non può essere utilizzato a piena potenza perché manca il combustibile speciale, comunque sia, pagate il nuovo motore.
Perché il software si dovrebbe mai deteriorare? Se è una routine perfetta, come mai dopo alcuni anni o mesi è da buttare via ?
Vendere,vendere e vendere, nel prossimo post parlerò anche di questo.
 
 
 
 

martedì, febbraio 11, 2014

Viaggi migratori


Un paio di settimane fa era uscita questa pagina  ilfattoquotidiano.it//italiani-allestero-ecco-come-passano-realmente-il-loro-tempo leggendo mi ero sinceramente divertito, per il  tono e le battute, credo che si capisse che l’autore non prometteva di raccontare storie sugli italiani emigrati, ma solo una sintesi ironica sul comportamento, sul dire e il fare, degli italiani all’estero.

In fondo in queste storie di emigrazione, la pretesa di riassumere è impossibile, avere uno sguardo panoramico su tutte le singole esperienze umane diverse e personali reazioni. Diffidare quindi dei racconti di viaggio, perché il giudizio personale dell’autore sarebbe sicuramente diverso dal vostro, non solo per il tempo della visita e luoghi ma per i  gusti personali. Per me restano affascinanti i racconti di viaggio, nonostante non si possa pretendere la precisione matematica e il realismo .
Non credevo dopo alcuni giorni di leggere quanto leggevo sullo stesso giornale , polemiche, insulti, critiche a non finire verso chi aveva scritto tale pagina blog/articolo Matteo Cavezzali.
In qualche modo, non scrivere su testate famose o conosciute risparmia questo inesorabile flusso di insulti.
In molti (emigrati?) hanno letto l’articolo come fosse rivolto alla loro persona, quindi si sono offesi e hanno iniziato a rispondere con critiche acide, repliche su cosa fosse vero o meno. Nei casi migliori, alcuni hanno raccontato o raffrontato la loro esperienza con ciò che era una sintesi provocatrice del comportamento tipico dell’italiano all’estero.

Io trovo che sia sano, liberatorio, quando puoi ridere di te stesso, accettare che altri insultino e non accada nulla nella propria considerazione di se. Certo, gli insulti non sono mai benvenuti, non si chiamerebbero insulti, ma oramai la guerra di parole su internet è andata fuori controllo, così non prendere sul serio più di tanto, evita futili conflitti.
Pochi giorni fa se n'é avuto un esempio, la sensazione di vivere dentro un anfiteatro elettronico con l'eco, dove i due o tre social più diffusi, messaggi su messaggi,scambi di insulti, critiche, poi chi insultato o così crede, decide di aumentare il volume rivolgendosi ad altri media per denunciare gli aggressori, una sequenza a cascata, senza fine. Unirsi al flusso elettronico, un vociferare degno della pazzia, i noti "thread" o filo sull'argomento.
Abbiamo anche scoperto che è meno offensivo essere definiti, "mafiosi, assassini, ladri" che praticare certe prestazioni sessuali (bene o male). Una prova che gli insulti non seguono l'etica.
In ogni modo chi è stato all'estero, chi è Italiano, per colpa di altri, ha sicuramente ricevuto insulti o apprezzamenti negativi. Farsi "insultare" in casa invece offende sempre di più.
All’origine di tanti “luoghi comuni” , come è stato scritto nelle polemiche, ci sono anche delle idee accettate di fatto o scontate;
A)Andare via dal proprio paese, non è normale  oltre a causare "indicibili  sofferenze";
("lo sai che là non esiste l'espresso ?","Non c'è nemmeno l'olio"," non si trovano le lavanderie!").
Nell'ultimo viaggio ho scoperto che può esistere un wc con solo wc senza neanche lavandino e a volte senza nemmeno carta igienica. Cosa facciamo ?
La realtà è che si è in casa d'altri e se esiste l'ospitalità esiste anche la regola non scritta di non criticare.
B)Una condizione automatica di perenne rinuncia, insoddisfazione.
C)La nostalgia per la propria terra (fino a mitizzarla, forse perché impossibile essere là).

Nel blog in questione, si diceva che gli "italiani hanno freddo". Posso confermare, a volte è un freddo che non ha nulla a che fare con l'atmosfera bianca del Natale, è l'assenza della nostra essenza "Latina" , l'assenza spesso di "sponde", assenza di "rifugi", di amici, di quasi tutto.
Quante volte ho visto , ascoltato, italiani del sud (Sicilia, Calabria, Puglie) parlare della loro terra come fosse un altra nazione, lamentarsi della difficoltà d'immigrato a 700-1000 km all'interno dello stesso paese ? Anche loro provavano quel freddo che per noi nella val padana era di origine note, non c'era nulla di misterioso nella nebbia di Ferrara, ma loro insistevano.
Anche il freddo che provavo in Inghilterra, (non sono stato un giorno), era reale in quella dimensione, il distacco dalle proprie origini.

Nel blog si racconta o accenna alle "mezze verità" o giustificazioni che si danno per continuare a stare dove "non si dovrebbe stare" nella logica comune. Tra fare il cameriere e gestire un ristorante c'è un po' di differenza, però si può scegliere la versione che si preferisce e con la lontananza può funzionare.
Tra pulire i cessi a Nantes ed essere manager dell'accoglienza, il passo è più lungo, ma tutto serve per dare pace all'animo loro, parenti e amici, che s'immaginano felici nella loro terra natia...

In tutte queste polemiche tra chi resta, ora considerato molto molto coraggioso e chi parte , perché non ce la fa, (ora in una luce più negativa del solito), pochi si fanno la domanda fondamentale: perché, come, dove emigrare.
Se l'ultimo anno sono emigrati in 60.000 , secondo le statistiche e se gli immigrati, non hanno compensato ma tutt'altro, sono per la prima volta calati, senza bisogno di decreti e barriere per gli stranieri; la condizione umana, in Italia, dev'essere stata nel sentimento comune, negativa , molto negativa.
 

Una volta sulla tv nelle interviste del meridione, c'era il mantra "Qui non è rimasto nulla, bisogna emigrare...i giovani sono andati via" , lo si sentiva ripetuto in tutte le salse, da vecchi ai pochi giovani rimasti. Oramai con buona pace della coscienza, si pensava "quello è il meridione..." come fosse una condizione esistenziale, quando chi ha studiato un minimo di storia, sa benissimo che il meridione per secoli è stato molto molto più ricco del nord Italia. Ora nella stessa tv, nei documentari, ma è sufficiente girare in auto, si vedono veri quartieri industriali desertificati, abbandonati, posti che dieci anni fa erano attivi; ora le stesse parole rassegnate, quasi piagnucolose sono in boccia ai famosi duri e puri imprenditori del Veneto... Un paese può chiudere ? Emigrare ?
Tutti i giorni scopriamo che il paese gareggia a scorrere nel basso delle classifiche, in qualche statistica economica o di stile di vita, tutto questo non è causa di emigrazione ?

In ultimo, due italiani sono partiti per New York, forse hanno dichiarato con ingenuità alla frontiera, in aeroporto di voler aprire un ristorante, nel "paese delle libertà"; così per tentata immigrazione clandestina sono stati incarcerati. http://www.ilgiornale.it/news/interni/noi-cuochi-italiani-negli-usa-arrestati-clandestini-modi-989165.html
Si può continuare a ridere dei difetti degli italiani, degli emigrati, ma purtroppo le loro ragioni non fanno affatto ridere e come al solito, in un paese di non responsabili, nessuno si cura del benessere pubblico, proprio per questo si parte e si lascia, si rimanda, si aspetta, si spera.