martedì, settembre 11, 2012

A ricordo delle vittime, 11/09/01


Ciascuno di noi, può ricordare esattamente dov'era quando la notizia, la visione 
di quegli eventi accadde; si dice e si ripete ogni anno.
La nostra personale storia intrecciata con gli eventi mondiali o globali, dovuti alle news, 
al telegiornale, ci ricordiamo quando è accaduto un terremoto vicino a casa, una tragedia
globale, nella memoria di quasi tutti. La sensazione di essere nella "storia"
senza alcuna partecipazione diretta, ma da spettatori.
Ricordo che ero in treno da Bruxells a Liegi, in Belgio, quando il cellulare a banana, 
quello del film di Matrix mi squillò, ed un mio collega G.Carboni mi disse di accendere
la TV per guardare uno degli spettacoli più grandiosi, sembrava un film, 
sembrava non vero. Era tutto così irrazionale e spettacolare da lasciare senza parole.
Ascoltai, chiesi, ma la voce di quel mio amico era un fiume senza interruzioni.
Diversi minuti, mentre il treno percorreva un terreno molto insanguinato nella storia
Europea, quasi tutte le battaglie, le guerre erano accadute in Belgio, culminate
nella famosa Waterloo. Proprio in quelle zone, vi era sorta la CEE, la comunità Europea,
il parlamento europeo, gli organismi e le commissioni europee.
L'unità dopo secoli di guerre, eserciti piccoli ma con tecnologia efficente da provocare
mutua distruzione, aziende e commerci, unità monetaria, sembravano rendere 
impossibile guerre e distruzione, nell'Europa. Solo un'altra forma di distruzione
minacciava, creava paura, il terrorismo.
Arrivai alla stazione centrale e poco fuori trovai un pub o un bar dove poter vedere
con tante altre persone la CNN, "breaking news".
Lo choc o shock era anche non poter capire l'inglese doppiato dai francesi e sovrapposto
nell'ascolto di un emigrato di lingua Italiana, frasi  e parole sparse nella concitazione degli avvenimenti. 
Ci si sentiva un frammento in un incomprensibile mondo internazionale.
Bruxells o Brussels era la rappresentazione vivente della babilonia linguistica,
da una via ad una casa, nessuno parlava la stessa lingua natia e tutti capivano necessariamente più lingue.
Come la torre di Babilonia, così le due torri del "mercato mondiale" , crollarono 
ma solo dopo aver consumato una minacciosa agonia di fuoco, salti nel vuoto, esplosioni.
La sensazione dello spettatore  dato da quegli avvenimenti, era di totale impotenza.

La prima torre bruciava al suo apice quando pochi minuti dopo, nel quadro fisso della telecamera, un aereo entrava nella cornice, girava intorno e colpiva l'altra torre, culminando l'assurdo, la grandiosità della distruzione, rendendo inverosimile ciò che 
si vedeva.
La prima cosa che pensai era che tutto quello che accadeva sfidava ogni logica,
ogni valore, ogni etica umana. 3000 vittime circa, alcune morirono successivamente alle intossicazioni come tanti volontari, vigili del fuoco e poliziotti. 
Sulle cause si discute ancora, sui moventi di tale assassinio di massa o strage,
c'è però una costante, anche Bologna fù colpita da una strage causata da una bomba
(85 morti e 200 feriti, nel 1980), i mandanti, le menti come gli esecutori delle stragi,
non vengono mai identificati e presi con assoluta certezza.
Circa l'80% della popolazione americana non crede nel risultato finale della commissione
investigativa sui fatti del 9/11. (http://www.report.rai.it/dl/Report/puntata ).
Chi non accetta la versione ufficiale viene accusato di "complottismo", ovvero
avere una mente "segnata", inclinata al male, alla paranoia; i "complottisti"
rispondono in vario modo citando fatti inspiegabili, logiche impossibili, in altre
parole, ricercano ancora un senso e un significato.
Le vittime sono sole, ma appaiono ancora più sole quando la verità dei fatti, delle
cause è oscurata, incerta, confusa. E' l'esperienza umana della sofferenza come vittime,
comune a tutti noi, quando non conosciamo le cause.
Esiste anche un rifiuto naturale, umano a guardare l'orrore di queste tragedie, 
ma necessario per tentare di capire in quale situazione e mondo viviamo.
Lascio aperto il dibattito, a voi.

Ed ecco il nuovo;



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