mercoledì, marzo 13, 2013

13.3.13 una data

Personalmente una data da ricordare, previsto qualcosa ? Nulla.
Arrivo prima delle 7.00 la solita montagna da ordinare nello spazio vuoto, i soliti, unici, attacchi di panico, però la certezza di arrivare a casa per le 3;30 o le 16, forse...
...c'è sempre un forse.
Alle 10, dopo cinque ore, come prendere un aperitivo, chiamare il capo del personale di meg@zienda e sentirsi dire...."gli accordi nel suo caso non sono più come prima, da Roma mi hanno detto che per una questione legale....ma nel prossimo mese, uscirà un altro accordo, stanno trattando. deve aspettare...".
Il sangue si gela nelle vene, un urlo, tutto intorno la realtà si deforma, i piani, i progetti vanno in frantumi.
Ma forse gli uomini d'onore mantengono la parola data, dicono che sono nella criminalità organizzata, quest'azienda non ha mai mantenuto la "sua parola data", poi da chi ? Il soggetto, chi è ? Un burocrate anonimo che vive a Roma oppure in un capoluogo o in provincia ?
Chi ? Ha un nome e un cognome ? Nò.

C'è chi si suicida perchè non ha un lavoro, chi pensa di farlo perchè non è sopportabile
entrambi sentono che non hanno scampo, vie d'uscite, accettabili.
E' facile creare stress non dando mai informazioni certe, cambiando sempre lavoro, carichi di lavoro, aree di lavoro, creando conflitti tra colleghi, cercando di denigrare indirettamente e dicendo che in fondo lo stipendio è sempre rubato, chiedendo sempre straordinari mai pagati e sotto completa responsabilità altrui.
E' facile criticare in continuazione, è facile tutto quanto, quando non lo si fà mai di persona,.

Così le uniche persone che stimo, le uniche persone delle quali posso avere un barlume di fiducia, sono quelle due persone che mi aspettano alla macchina per tornare a casa,
quelle due persone che fanno la stessa identica cosa, riescono a mantenere un integrità, tranquillità nei momenti difficili.
Non hanno mostrine, non hanno gradi, non sono autorità, ma agli occhi di qualcuno davvero autorevoli, i compagni di viaggio, gli unici di cui ti puoi fidare.
Sono gli stessi che si svegliano alle 5;30 e tornano ogni giorno dopo quaranta chilometri e dopo aver viaggiato in mezzo alle campagne.
Solo loro possono parlare, gli altri davvero non sanno nulla, anche se lavorano per quella famigerata cosa ma con mansioni diverse e in posti diversi.

In meg@zienda come nella criminalità,organizzata  non ci si può licenziare, bisogna seguire i loro desideri, i loro cambi, le loro imposizioni, e quando tutto questo è intollerabile,
che cosa si fà ?
Fanno chiaramente capire che sei un numero e una cosa, di tutto il resto, non gliene può fregare di meno. Così pure dei clienti, anche se a parole, forse sarete importanti.
Che cosa volete ? Il mio sangue ? Dopo aver ucciso il mio tempo ?
Ho ammesso tutto, vi ho chiesto e detto che firmo qualsiasi cosa, mi sono sbagliato a chiedervi tempo addietro un lavoro che presumevo normale, ma avete spedito in un campo di lavoro, mi avete fatto lavorare 10-14 ore, che cosa volete ? Il mio sangue ?

Lo sapete vero che sparirò ? Non lascero traccia, cambierò anche la mia identità e vi cancellerò dalla mia memoria, voi siete un offesa.
Lascerò casa e nazione, di la voi non potete andarci.
Certo non vi dico ne la data ne l'ora, vi accorgerete solo di un numero che manca..
Delirio.






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