domenica, dicembre 16, 2012

Underground, confessione


La scorsa settimana,a parte tre giorni di intenso stress, vissuto sotto la meg@zienda, sono stato fuori e talmente impegnato da non poter scrivere nessuna nota sul blog.
Ho visto realtà di altre persone sotto stress, quasi-guerra permanente, tutti coinvolti con esercito, tutti armati nel loro paese come noi dotati di cellulari, desiderosi di pace ma vivendo in una continua incertezza e guerriglia.
 Che dire e pensare? Il dolore degli altri ci fa sentire fortunati? No, assolutamente no, ingiustizie d'altro tipo relativizzano la propria personale? No,assolutamente no.
Ho trovato esempi e stimoli come queste persone hanno affrontato crisi pratiche, sono uscito dal "tunnel-vision" , quella sensazione di essere dispersi e soli nell'affrontare una galleria senza fine.
Ero in un albergo dove si parlava di esperienze di popoli, per non entrare in polemiche e mantenere una certa riservatezza, non specificheró quali e quanti.
Ad un certo punto è andato sul palco una persona che per motivi di sicurezza non si poteva né fotografare ne registrare, perchè vive "underground" , ovvero se scoprono la sua identità (il suo credo, amicizie) muore o impiccato o fucilato,dopo dovute torture.
In molti paesi del medio oriente non è possibile manifestare le proprie idee,per le stesse ragioni questo individuo barbuto non aveva nome e identità. Tutto questo è risaputo, eppure le comunità occidentali tollerano l'intolleranza e il fanatismo religioso in cambio del soddisfacimento dei propri bisogni energetici,in cambio di acquisto di debito sovrano,cambio politica estera,nuove tecnologie,costruzioni,armamenti.Alla faccia dei principi universali e del rispetto dell'uomo.

Ho immaginato per un momento vivere "underground", ovvero mantenere una doppia o tripla identità, lo stress e le attenzioni, costantemente per salvare la propria vita.
Chi vive qui, crede che tutte queste cose siano remote oppure oggetto di film, esaltazioni del momento, non è così, i loro nomi quando si conoscono è per appelli umanitari oppure perche morti in una prigione. Vivere underground significa non avere connessioni libere, comunicare con sistemi alternativi, qualcosa di simile avvenuto durante la resistenza in Italia.

Anche chi vive scortato per minacce di mafia e cose simili, vive underground, non potendo muoversi liberamente e comunicare. E' sempre una realta di privazioni di libertà, stress cosi apparentemente lontana dal lavorare per meg@zienda, ma così simile.

Meg@zienda per ora non ingaggia sicari, ma il suo potere informativo è pervasivo, tanto da poter in teoria rintracciare tutte le comunicazioni delle persone, le residenze e gli spostamenti. Meg@zienda puó distruggere una persona economicamente con cause giudiziarie, richieste risarcimenti, poi imposizione di orari e trasferimenti in zone irraggiungibili,come sta capitando al sottoscritto.I suoi dipendenti temono il suo potere,normalmente mostra il suo volto bonario, solo per nascondere le direttive dei vertici.Se per voci di corridoio si viene a sapere, il gioco è scoperto, si rimane sorpresi dalla loro crudeltà. Controlla l'informazione, in un qualche modo è il banco e vince sempre contro i giocatori, stabilendo anche le regole del gioco.Non si può vincere una causa contro meg@azienda, è solo apparente.
Nonostante tutto e molto altro ancora , molti dipendenti giustificano tutto questo con lo stipendio base, accettando e subendo le normali disfunzioni, ingiustizie, disorganizzazioni, disagi,regole quasi militari, aspettando sempre tempi migliori promessi (non verranno mai).
Meg@zienda non ha problemi con i sindacati, li ha comprati o promossi a ruoli dirigenziali.

Gli ultimi di cui ha un problema, li tiene ai margini, sono quelli che pensano, una minoranza pericolosa.
Se vivere underground è nascondere i propri pensieri, parole, temere per la propria identità,integrità, allora anche le persone libere mentalmente, i free-thinkers, in meg@zienda sono underground. Come può una società commerciale mantenere sotto controllo le persone ?
Con il ricatto, con situazione lavorative ancora peggiori del presente, con cause legali, richieste di denaro, procedure, vessazioni.

Ho vissuto anni sereni, non me n'ero reso conto,così farei qualsiasi cosa pur di cancellare il mio nome dalla loro lista e non avere mai nulla a che fare.
Ho commesso molti errori, come tante persone, ma essere ridotto in schiavitu da meg@zienda, non è il mio destino, una delle poche certezze che ho.
Potete immaginare il peggio, non arriverete mai alla realtà dell'ipocrisia di meg@zienda, tutto quello che un azienda non deve fare.
Dedica alla meg@zienda

In ultimo, in quale paese puoi lavorare ( parola nobile usata in un contesto errato) e devi pagare il tuo datore di lavoro ? Oppure lavorare "sottocosto" ?
In quale paese, vessano e obbligano a fare straordinari non pagati, fuori dall'assicurazione lavorativa ? In quale paese rischi di perdere le tue proprietà, vettura, casa, in favore del datore di lavoro ?
L'Italia.Quindi è logico dire addio all'Italia.


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