sabato, agosto 17, 2013

Viaggi e Connessioni...

-Il tabellone dei treni, stazione Spb per Fillandia 
- Torre di Olaf, dove ho scoperto le vertigini all 'uscita

-La sede del Kgb fino agli anni '80 (ora museo) 


Telefono a muro (museo delle telecomunicazioni) prima dell'avvento del cellulare

Gita in barca, classica panoramica


Solo poche foto simboliche,delle migliaia di foto digitali scattate in un mese,(San Pietroburgo) spesso quando ho camminato lungo la prospettiva Nevsky, tra folle di turisti di varie nazionalità, i flash si incrociavano con molteplici inquadrature, le genti nordiche e asiatiche, le luci sul fiume, i ponti, sembrava una scenografia di un lungo film. Ho avuto diversi momenti dove non capivo in quale realtà fossi, per i  forti contrasti, ricchezza e povertà, gioia e disperazione, ordine e caos e cosi via.
In apparenza, solo in apparenza, sembrava un mondo occidentale.

La mia banale intenzione era di frequentare una scuola e imparare elementari basi di lingua, visitare i musei, vedere altre opportunità, poi fare un viaggio di otto giorni intorno,...come avevo visto fare in un documentario un anno fa, mi aveva entusiasmato...
Nella mia tipica valigia, oltre agli abiti c'erano scatole piene di stereotipi, preconcetti, propaganda,
pregiudizi, cose ascoltate a scuola e lette sui giornali, cose che ora, in parte o forse in tutto vorrei aver abbandonato. Non pretendevo di capire molto, ma alla fine ho capito di non aver compreso quasi nulla, a cominciare dalla lingua per poi passare al resto.
La scuola era un po' caotica e sembrava libera, in realtà i "damascia szadaina" ,i compiti a casa, senza qualche guida o suggeritore , non riuscivo a farli. Imparavo centinaia di parole al giorno e ne trattenevo quattro o cinque. Il tempo era cambiato: la mattina e il primo pomeriggio a scuola, poi vagare alla ricerca di un caffe con internet, poi programmare qualche museo o visita, poi camminare e camminare, metro, poi alla fine casa o appartamento o stanza in un ambiente cui ero estraneo totalmente. Non mi sono mai sentito a casa in nessun luogo,  per un mese.
L'espressione riferita da A.S., "I russi sono sempre in viaggio" si poteva applicare anche a me.
Questo complicava la concentrazione e l'attenzione, mi abituavo ad accettare quasi tutto ma incontravo sempre i miei limiti con tristezza, limiti di accettazione e comprensione.
Certi luoghi potevano essere gli stessi identici a due secoli fa, tanto erano conservati bene.
Le facciate anonime delle case, senza alcun segno distintivo, i classici quattro o cinque piani bronzo scuro, le scalinate con odore di fresco di cantina dietro una porta a legno rotta e crepata, le scale sbriciolate, quel senso di usato, di fine impero e poi la vista di isole moderne e rassicuranti.

Al ritorno dei viaggi abbiamo sempre l'impressione e il desiderio di aver capito qualcosa, visto che non possiamo portare a casa nemmeno souvenirs per la valigia piena, proviamo ad avere il cervello pieno di conquiste.Forse ad uno squardo superficiale, posso elencare alcuni posti, alcune cartoline, ma poi con onestà ammetto che sono affascinato perché ho avuto sempre la sensazione di trovarmi vicino a tanti misteri, storie complesse, come un racconto russo.

Tutto "bolscioi"  (grande come il famoso teatro), esagerato, per sorprendere e confondere il visitatore,
nei palazzi, nelle vie, in tutto il menù turistico.
Proprio appena arrivato la visita notturna in battello, lungo una parte della città, notte tardi, a vedere i ponti aprirsi per il passaggio delle navi; non posso dimenticare le luci e i "palloni" di segnalazione che in sequenza si alzavano ad arco verso il cielo e poi diventavano fiamme di fuoco e si spegnevano nell'acqua, un effetto luminoso nella notte silenziosa.La ricerca dello stupore.
Chi immaginava il "controllo" o "l'oppressione" visibile, restava deluso, una gran sensazione di libertà di movimento e azione. 
Sono andato alla ricerca nei musei di quei tempi per trovare traccia e devo ammettere che le didascalie riportavano fatti senza commenti o esaltazioni, senza propaganda e la gente era piuttosto libera di discutere e non intimidita.
Ho visto l'ultima casa di Dostoevskij, trasformata in museo, semplice, dove sono raccolti i suoi oggetti, testimonianze dei familiari, il biglietto scritto dalla figlia alla morte del padre, mi sono commosso più volte e solo visitando si può capire perchè. Accanto alla casa, la chiesa ortodossa, si dice che lo scrittore volesse abitare sempre con le finestre con vista su una chiesa. Hanno dedicato una stazione del metro, non lontano anche dalla scuola che frequentavo.



 Ci sono luoghi che oltre per la storia, la grandezza, sono il culto del bello, come i giardini estivi dello zar Pietro il grande, come il negozio alimentare (nome impronunciabile)
Mi perderei in un elenco a ricordare tutte queste cose viste, senza alcuna utilità per chi interessato a comprendere o visitare tale paese o città. 
La città è "sicura" , nel senso di violenze, borseggi, rapine, furti etc. solo in certi orari e luoghi si possono incontrare occasionalmente ubriachi, come in tutti i luoghi.
E' meglio avere una guida se italiani e non si conosce la lingua, si paga meno, non ci si perde o si arriva a destinazione più facilmente. Il senso dello spazio è differente come il viaggiare.
La sensazione che ho avuto spesso, insieme alla libertà era di essere in qualche modo, "perso".

Ho letto qualche pagina di guide turistiche, ricerche su internet, ma alla fine ho anche ignorato perchè tutte mi sembravano proiezioni personali della guida.

Ho ascoltato alcuni "seminari" o lezioni specifiche fatte dal direttore della scuola su temi specifici, come geografia, CCCP (pronunciato come sss-ar) , visita guidata a piedi.  Nonostante le lezioni fossero almeno 80% in russo, con uno sforzo sovraumano, con concentrazione e attenzione al massimo, mi sono impegnato e sono rimasto sorpreso da quanto potessi imparare, comprendere in una lingua a me estranea. 
La comunicazione non è solo parole e significati, lettura e scrittura, ma body language, toni, psichica, qualcosa che sfugge alla stessa comprensione del meccanismo di comprensione. Un tale sforzo esauriva le mie energie mentali, perchè l'attenzione era quasi totale. 

Non ho avuto nessuna pretesa di consigliare, insegnare, spiegare alcun ché, in queste note di viaggio,ogni esperienza di viaggio è personale e individuale e le reazioni e osservazioni sarebbero certamente diverse dalle mie. 
La mia impressione è che la loro lingua, le loro parole, composte di radici, suffissi e desinenze, una logica complicata e affascinante, sembra un lego, ma poi le regole non sono quelle del gioco che s'immaginava. La differenza tra il parlato scolastico e la lingua di tutti i giorni, la scrittura e quel benedetto alfabeto, insomma...abbiate pazienza, occorrerà del tempo e una buona guida o insegnante.
Il simbolo della Матрешка - matrioska rappresenta bene le realtà.

Altre foto visibili e in continua aggiunta a ://pin_______russian-trip/

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