mercoledì, marzo 21, 2012

Social media e discussioni. Colgo l'occasione...

Come già detto in questa sezione si discute di social media networks, cioè Facebook, Google+, Twitter, e chi più ha ne metta...
Insomma una specie di Forum dove tutti sono invitati a parlare di questa Galassia che si sta espandendo nel mondo virtuale grazie all'integrazione di varie tecnologie (web-based, mobile etc.) e le interazioni degli utenti, come se il singolo  socialnetwork (SN) fosse solo un contenitore dinamico e gli utenti il "liquido" che danno forma e indirizzo al contenuto, una interazione continua, per cui non sarebbe sorprendente anche se nel tempo un SN non cambiasse audience, target, scopo, anche se ipotizzarlo a breve è difficile.
La visione che si vuole mantenere, quindi anche il linguaggio , è rivolto allo studio, alla comprensione, con che cosa abbiamo a che fare.
Pochi giorni fà grazie ad un articolo sulla carta stampata, un famoso giornalista M.S. ha pronunciato la Twitter-bestemmia ("Twitter mi fa schifo!) scusate se la ripeto, perchè da lì,
i "feticisti" o la setta-Twitter ha dato in escandescenze e ha letteralmente subissato di insulti
l'emittente della bestemmia. Altre persone , con grande senso di responsabilità, hanno spiegato che il ragionamento fatto dal tale giornalista ( e non si vuole insultare il tale, dicendo che è giornalista)  era errato, producendo anche una specie di tesi sul linguaggio e la comunicazione.

Un avvertenza: questo Blog non entrerà mai in polemiche, perchè ci interessa solo il lavoro, i fatti, i ragionamenti, non polemizzare, perchè ci sono altre sedi, altri blog, altri mezzi.
Questo blog vuole solo contributi d'intelligenza nel capire, non polemiche.

Infatti l'unica vera critica non è nelle opinioni, giuste o sbagliate, ma perchè discutere
significhi in Italia solo polemizzare. Ho avuto la fortuna di vedere studiosi di geopolitica
con orientamenti opposti, mai insultarsi, discutere in maniera affascinante perchè costruttivamente.
Al termine non prevaleva una tesi, ma la complessità della realtà. Naturalmente gli studiosi
erano stranieri ed anglossasoni.

Anch'io confesso le mie gravi colpe. Mi ero iscritto a Twitter anni fà quando ascoltavo in TV
che un certo candidato democratico usava Twitter e ne era maniaco.
Aprii l'account sotto il nome VolaViola, qualcosa del genere, vidi la pagina scarna,
ma sopratutto l'uovo come mio avatar. Insomma, esteticamente non mi piaceva,
non capivo cosa ci si potesse fare, finche dopo forse un paio d'anni ebbi la rivelazione
tramite apps. Android, articoli, "proviamo, proviamo". Studiai, sudai a capirne un senso,
poi lo paragonai ad "sms in internet" , era già qualcosa.
Non è facile, poi sono passato a vedere le integrazioni di Twitter, le app, la comunicazione,
immagini e video appese a pochi caratteri, poi le statistiche, i flussi di informazione,
e nella mente immaginavo una scena capitata molti anni prima.
Ero andato a Milano in una compagnia di assicurazioni, dove c'erano aule piene di segretarie,
uffici ovunque, a fianco della stanza del direttore, un aula chiusa. La curiosità era troppa,
chiesi di andarci. Sembrava una macchina da scrivere, ma era enorme, il suo ticchettio,
il nastro, la carta quasi come immensi tabulati, codici e messaggi brevi.
Era una telescrivente o telex, custodita gelosamente perchè faceva arrivare le notizie
prima degli altri, aveva costi che un umano normale non poteva sostenere, ma il direttore,
la compagnia assicurativa sì.
Ecco Twitter con il suo "feed" continuo, l'orgasmo informativo, mi sembra il telex del futuro,
anzi, migliaia di telex, quanti sono gli iscritti, forse 500 milioni,ma molti telex restano spenti.
Ovviamente ora tutti, forse anche il cane, potrà twittare o fare twitter al suo padrone,
già esistono tecnologie per tradurre suoni in messaggi, perchè non farlo ? Vi darà anche
la posizione e forse capirete di cosa ha bisogno, "Mangiare, Defecare, Uscire, etc".

Twittare si può farlo da web, da telefono, da sms, poi non so ancora da dove,
poi quasi ovunque  (chi non l'ha fatto in bagno seduto sulla tazza ?)  ma in teoria
anche da un pulsante su un tubo (esempio lo sciacquone) si potrebbe in emergenza mandare un twitter predefinito ("il water si sta allagando #allagamento").

E' davvero un ibrido strano, affascinante twitter, per cui, denigrarlo mi sembra un offesa
all'intelligenza, non si offende ciò che non si conosce, così neppure io lo denigro,
mi affascina e basta, cerco di capirlo ogni giorno di più. Credo che sia una tecnologia
così diversa che non è ovviamente paragonabile alle precedenti se non per alcune analogie.
L'sms era simile, ma questo è planetario, interattivo, fatto di tante app e mezzi che non è
assolutamente paragonabile. Per il marketing credo sia la manna caduta dal cielo,
basta e avanza. 

Si diceva dei messaggi e dello scadimento della lingua, allora si potrebbe dire la stessa
cosa delle poesie regolate da certi schemi, tutte le forme sembrano imbrigliare il libero linguaggio, ma anche i mezzi che li adottano.
C'erano discussioni all'inizio secolo tra scrittori se la lingua sarebbe decaduta oppure la creatività dall'uso dei tasti della macchina da scrivere, anziche la mano sul foglio di carta.
 Poi non se n'è più sentito parlare.
In ogni modo chi non è mai rimasto affascinato dagli aforismi ? Dai Proverbi ? Dalle
frasi tipiche inglesi, i modi di dire, generalmente tutti brevi.
 E perchè, non si adattono,a Twitter ? E se si componessero poesie ? Qualcuno già prova
a scrivere testi satirici e racconti, perchè nò ?
Dipende dall'uso, non dal mezzo,credo. Inutile insultare l'apparecchio telefonico se il maniaco
continua nella notte a far sentire il suo sospiro. Con lo stesso apparecchio telefonico
ci emozioniamo alla voce dei genitori, ma il mezzo è lo stesso caro M.S.

techeconomy.it M.S e twitter


Pertanto vi allego uno stupendo link di risposta di Stefano Epifani, che riassume anche i tanti dubbi di coloro che affrontano per le prime volte l'uso di Twitter e vedono in 140 caratteri i limiti di comunicazione o il degrado di essa.

L'ultima riflessione, naturale conseguenza delle altre, non è che sia necessario che
vi siano divulgatori, persone che aiutano altre ad introdursi nelle nuove tecnologie
prima che quel gap chiamato "Digital Divide", diventi la fossa delle marianne ?
Che vi sia un popolo spaccato tra i seguaci della TV e quelli di altre tecnologie, molto
più produttive oltre che divertenti e creative ?


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