sabato, giugno 22, 2013

Format C:


 vita-in-camper-dal-1-maggio-2013.html 
Dal primo maggio vivo permanentemente in un camper, fiat ducato 2.8 JTD del 2003,
 modello MC LOUIS 363.Sono contento della "scelta" di vivere in mobilità,  sono sempre "fuori", (nel senso letterale e anche metaforico quando occupato nel finto-lavoro).

Come dal primo commento e post, le rinuncie ci sono, ma non esistono cambiamenti senza rinuncie, senza scelte, senza ispirazione, senza determinazione.Trovo azzeccata la parola "Arca" perchè all'interno si trova protezione ma anche movimento, ci si rilassa, tutto è vicino,semplice, essenziale.In fondo, essere felici è semplice, le soluzioni non sono complicate, come invece appare se si vive di contraddizioni, falsità, burocrazia quotidiana.

21 Maggio 2013
Aggiungo qualche nota a questa esperienza.
Comprare un camper usato, per molti è una pazzia, immaginano che si fermi in autostrada e altri fatti del genere.
In realtà ci sono "tante cose nascoste" che solo col tempo si svelano in crescendo, solo un tecnico può sapere oppure un inesperto che si accorge che il vetro dell'oblò gli casca in mano ferendolo, oppure che l'oblò del tetto si è bloccato come era capitato al precedente proprietario, con il rischio di pioggia e allagamenti.Oppure che il vano delle acque grigie gocciola, oppure che le dimensioni di un oggetto non entrano, oppure che la corrente assorbita è eccessiva etc.
Morale: una vita piena di imprevisti e diversa dal solito.
In camper non si può dare un orario d'arrivo e nemmeno con certezza un orario di partenza,
gli imprevisti, possono essere tanti nel caravan.
Se si ha una casa fissa, appartamento in proprietà o in affitto (non fa differenza) , tutto gira intorno come con un compasso dove il centro del cerchio è la casa, il raggio il guinzaglio del cane, il ritorno di sera, la cuccia, obbligatorio. I muri rettangolari, la sicurezza,la prigione immobile, non è facile il disinpegno da una prigione, per definizione.Pagare per la prigione e l'immobilità, i "comfort", la schiavitù moderna consolidata.

Se vivete in camper, tutto è sconvolto, lo spazio e il tempo, alla domanda dove ? la risposta ovunque, scatena ilarità, credono anche che avete avuto i doni di Padre Pio sull'ubiquità, mentre basta non avere un indirizzo fisso per decadere allo stato "senza fissa dimora", che non è santità, specie se accomunata al popolo degli zingari e la loro perenne negativa immagine. Tutti pensano a se stessi e si chiedono se potrebbero vivere la stessa esperienza, dando la risposta negativa in prima persona, estendono all'universale.
Il vero tema è "l'indirizzo" ; si vive per indirizzo, i computer insegnano, vivono di indirizzi, i documenti di qualsiasi natura, di indirizzi.
In alcune culture, se non avete indirizzo, non esistete. Infatti, si comincia a "svanire" nella società,
un fatto bellissimo, essere inafferrabili, irrintracciabili, mobili. Non significa perdere un identità,
ma la cosa confonde.

22 Giugno 2013
Ieri, anche ieri qualcosa ha scatenato la mobilità, non me ne sono potuto accorgere, vivendo su due/quattro ruote: il terremoto. Non riuscivo a connettermi ad Internet, credevo nei soliti problemi software e male-divo Windows e i suoi fratelli, cugini e tutta la stirpe dei computer, poi ho saputo del terremoto e dell'assenza di connessioni per permettere la gestione delle priorità delle emergenze.
Ho fatto un passo indietro e ora mi scuso. Chi vive in strada sa che le emergenze sopravanzano le ragioni comuni, gli impegni ordinari, incluso il piacere o l'interesse a scrivere in un blog; per tutti questi giorni, ho vissuto in una continua emergenza, incertezza.
Non è facile spiegare, non è possibile capire la sequenza delle cose pratiche da risolvere, bisogna esserci in quel flusso di tempo e spazi per capire.

Il 10 Giugno 2013 sono stato a Ferrara, incontro in una sede prestigiosa, un palazzo antico,
per terminare, cessare, qualsiasi rapporto con la meg@zienda, una pietra tombale.
C'è stata la lettura dei documenti, la firma in una trentina di documenti, copie e copie,
ed ero in tutta onestà tranquillo in coscienza, consapevole, perchè agivo in tutta coerenza.
Il vincolo di "segretezza" e i vincoli dei vari documenti, le alternative non date, gli accordi nazionali e le leggi, un'archittettura complessa e studiata da menti raffinatissime, per portare alle scelte inevitabili e conclusive. La stretta di mano conclusiva, "Lei ha firmato un buon accordo", "basta che sia finita", tutto quello che chiedevo e pensavo.
Lo chiamano "accordo consensuale", "incentivo all'esodo", "arbitrato" etc. comunque sia, nulla
è senza costi e transazioni economiche, senza dichiarazioni legali, senza coperture, eccetera eccetera.
Un esercito di burocrati che si muove in base a direttive e si "copre" le spalle da una sequenza di decisioni piramidali dove ciascuno è irresponsabile perchè deciso dal vertice precedente e dal suo superiore, la testa unica, il responsabile, non c'è e non sarà mai nei documenti, perchè delega al subordinato.
L'irresponsabilità di massa di meg@zienda e dei sistemi macro-economici, dove all'opposto, le aziende artigiane, le piccole società, hanno nome e cognome e referenti umani.
Inutile disquisire, inutile offrire o cercare alternative, quando queste non sono date, ad alcuni;
condurre a fare quel che si vuole l'altra parte, è un arte di secoli, non un invenzione occasionale.
Ho visto il quadro della situazione,la conclusione era quella tracciata, unicamente i tempi e i modi,
li hanno gestiti loro. Forse giocano ad essere dio nei confronti dei loro sudditi-dipendenti, forse
perseguono solo degli indirizzi generali dove i numeri contano, ma sicuramente, la coscienza ne è esclusa e tutte le altre ragioni.Amen.

Molti ex-colleghi impauriti dell'ignoto che sopravanza, domandavano "Ma ora che farai ?"
Qualche parente disorientato, qualche amico, ecco la "voragine del nulla", senza lavoro e senza casa,
nel fumetto della loro imaginazione , sdraiato in una panchina con un ago nella vena o una bottiglia in mano, nella degradazione, nel vizio, nella dissolutezza, nella disperazione.
Ahi, nessuno sa cosa ho passato io in questi mesi, nessuno può capirlo.
Devo ammettere che sono sempre accompagnato da persone che immaginano sempre il meglio per me, hanno stima nelle mie capacità, brillano per fantasia e incoraggiamento.
Tutto questo pessimismo, giudizi negativi nei miei confronti etc., ,grazie, mi incoraggia.
Non è una battuta, non è derisione o sottovalutazione delle difficoltà reali, ma tutto questo mi carica.
La storia mi insegna e presenta modelli, al di là delle ovvie constatazione quotidiane.
Non siamo in tempi normali, io provo ora a cambiare, spero solo che altri non siano costretti da situazioni macroeconomiche.
Continuerò a scrivere, connessione internet permettendo, altri posti, altri luoghi, altre attività.
Adesso, come nei vecchi computer, azzero la memoria, Format C:\ , inizia una nuova vita.

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