La prima volta della visita in Russia, in particolare, di San Pietroburgo, essendo molto grande il paese,come visitassi un quartiere con qualche via,qualche impressione su indigeni,lingua, abitudini,stranezze etc.
Visitatore senza pregiudizi,come fossi un marziano (la verità,non lontana),dicono sia la città più europea...non immagino il resto...Seconda città per popolazione,dimensione, l'aeroporto Pulkovo 2 colpisce perchè il terminal non è grande,quasi un piccolo. aeroporto,mentre le piste lo sono.
Il controllo passaporti etc. una vera formalità, immaginavo ispezioni, quasi corporali con donna poliziotta che umilia il candidato aspirante a lezioni di russo, con frusta e nudità, posso assicurare, nulla di tutto questo. Praticamente, non ne gliene frega niente di chi siete o pretendete di essere, una delusione!
(Ovviamente i documenti devono essere in regola).
Gli indigeni non hanno l'anello al naso e non portano la clava, non siete inseguiti in citta da alcun servizio di polizia in borghese, sorry, non siete in un film di James Bond.
Il controllo con l'arco è proprio all'ingresso del terminal, a volte c'è una bionda hostess, altre volte qualcuno della security. Pochi militari e armi, meno che nella "civile" Italia.
Sono arrivato domenica anziché sabato, alle 4 circa anziché alle 15:00 di pomeriggio, l'alba
era già presente con la sua luce,il sole invisibile,la temperatura fresca ma non fredda.
La prima cosa vista nell'atrio era "costa caffè" ,una nota catena, "ecco ci risiamo" ,stessa catena di caffe a Londra etc. Poi verso le sei, un indigeno ha preso posto in una piccola scrivania mobile per vendere simcard telefoniche, in un inglese stentato abbiamo conversato, poi con una pinza ha trasformato la simcard da normale in mini, nel giro di un quarto d'ora avevo un numero mobile telefonico russo. Solo la registrazione del passaporto nel sito della società telefonica.
Verso le 7.30 è arrivato l'amministratore della scuola,il direttore, mi ha accompagnato "all'alloggio" mostrato poi quanto fosse vicino dalla scuola...
La padrona di casa, il marito, una famiglia ex alto borghese, vive in un museo vivente, una "casa" o meglio "appartamento" in un condominio vecchio di oltre duecento anni...epoca di Puskin, la consolazione è che quando Dovstoievsky era vivo e abitava un paio di chilometri da qua, sicuramente ha visto la casa,almeno dall'esterno (mi auguro,solo da esterno).
La signora era giornalista alla radio ufficiale, lui un accademico. Dentro la casa,un museo, la polvere sulle medaglie nel salotto. La polvere sul divano dove dormo etc., ma le sorprese erano appena iniziate, il bagno diviso in due, lo strano meccanismo per avere l'acqua calda,l' impossibilità di aprire le finestre, tutte doppie ma non vetrocamera!
L'impossibilità di oscurare la camera....in pratica è quasi sempre giorno, oppure penombra.
Poi ogni paese ha i suoi semafori....il guidatore ha il giallo anche per la partenza, il pedone spesso vede i secondi, a fianco del semaforo, per attraversare l'incrocio segnato da un ticchettio....insomma i secondi di vita,di verde.
Il traffico non è italiano, le vetture guidano in maniera anarchica, tipo autoscontri e naturalmente le più grosse hanno la precedenza e le priorità, oltre alla velocità,al di sopra dei cinquanta. Ho assistito ad "impennate" di moto e quasi gare di auto in pieno centro.
Sono tantissime le impressioni che colpiscono il visitatore e lo stordiscono come una potente droga. Non ci sono code per entrare nei fast food occidentali come nei reportage televisivi anni 80, non ci sono militari e polizia per strada, ....siete in un paese "libero"...
Incredibile molti indigeni hanno l'iphone e guidano auto occidentali e di lusso.
Ci sono tanti musei che forse non è sufficente un anno per visitarli; quasi tutta la merce e di
più che in Italia,le aziende estere da decenni fanno investimenti ed hanno rappresentanze etc.
Purtroppo non si è l'esploratore solitario, un mito scomparso da almeno un quarto di secolo; ieri a mezza notte passate in un negozio di souvenir c'erano solo italiani.
L'inglese,strano, non è molto parlato dagli indigeni.Tanti stranieri, la città è davvero un paradiso per i turisti, non posso immaginare cosa manchi.
Si può mangiare e cambiare soldi a tutte le ore, non si può comprare birra o alcolici dopo le 11, ma poi servono alcool nei locali a qualsiasi ora.
Mi ha colpito che le banche, presenti ad ogni angolo di strada, non hanno vigilantes e doppie porte, non sono come le italiane,veri fortini.
Che altro dire ?
A) Tanti stereotipi, la realtà completamente differente, quindi è ancora necessario viaggiare, imparare.Sento una profonda libertà e mi sembra di percepirla nelle persone.
B) Un posto di forti contrasti, voglia di vita e depressioni profonde.Ma questo lo anticipava gia la letteratura.
C) Una notevole sofferenza scrivere con un tablet, touchscreen, il cursore salta in tutta la pagina e ritarda la scrittura,rendendo estremamente complicato scrivere una riga di senso compiuto,tutto ciò avviene nel cloud, forse le connessioni non sono veloci abbastanza, sicuramente i programmi fanno molto schifo, trovare le lettere che si scrivono in mezzo ad altre parole costringe a quintuplicare il tempo di scrittura.In pratica non sono sicuro di ciò che ho scritto e non mi sento responsabile del tutto.
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