Alla conclusione dell'anno, molti faranno bilanci, i media, con statistiche e grafici, per poi essere dimenticati il giorno dopo. Questo blog e blogger non può concludere e chiudere un bilancio dell'anno corrente, mancano molti dati, sia un bilancio contabile o umano.
Tutto è interconnesso in maniera invisibile, un uomo firma documenti con una direttiva da Roma, colpisce le vite di migliaia di persone e indirettamente famiglie, amici, parenti, per anni a seguire, tutto invisibile alla cronaca dei media....
Questo brano ricorda la storia che mi ha raccontato R.C. pochi giorni fà,non so quanto veritiera, mentra andava verso il distaccamento, in macchina, attraversando strade di campagna, da pochi decenni bonificate, tentativi inutili di rendere asciutti terreni immersi nell'acqua. Il giorno prima c'era stata un incredibile giornata di sole nei freddi giorni invernali di dicembre. L'area del distaccamento invece era rimasta immersa in una nuvola bianca di vapore, circoscritta ad un raggio di venti chilometri.
Ogni mattina, come quella mattina, intorno alle sei, attraversata la periferia, osservavano con religioso silenzio il tempo atmosferico, cercando gli indizi che li avrebbero accompagnati durante tutto il giorno, dalla pioggia al freddo intenso. Così persi in mezzo a strade larghe un metro e mezzo, curve a gomito, le solite case di campagna sparse, qualche vettura incrociata a lato della strada,videro uno specchio d'acqua riflesso dalla luce della luna che stava tramontando.
Intorno c'erano piccoli argini, un albero scheletrico si era appoggiato alla luna piangendo, intorno il fumo si alzava come un calore disperso dalla terra nel cielo freddo.
In fondo alla strada c'era l'ennesima curva a gomito, un albero di natale anziche un palo catarifragente, lampeggiava di rosso e giallo,appese all'albero, lacrime scendevano da lingue di ghiaccio e la macchina non aderiva all'asfalto nero spolverato di bianco.
Il compagno vicino snocciolava una corona di grani di legno scuri,pregando, mentre parlava di musica, era un suono alle orecchie di R.C. che non distingueva le parole ed era con occhi sbarrati sul lago,ora, a fianco del finestrino posteriore laterale.
Il fumo bianco saliva, vapore, forse l'inferno era qui, poi improvvisamente una palla di fuoco attraversò il semiciclo di stelle e scomparve a metà orizzonte, nella direzione di marcia.
Fu un attimo, una sensazione di gioia, forse stava bruciando il distaccamento....
"smoke on the water, fire on the sky..." era sul lettore mp3, cercò la canzone, cantava proprio "burned down the place..."...una senzazione di felicità cosmica....
R.C. chiuse gli occhi per un lungo tempo, fino a che l'uomo di fianco,toccandolo sul ginocchio, chiese "Ma che fai? Dormi? Siamo quasi arrivati..." .
Il compound o distaccamento era un capannone industriale grigio, bianco, tetto ondulato, vetrate scorrevoli,circondato da furgoni, vetture, parcheggiate, come in tutti i corrieri del mondo.
Usciti dalla vettura, le quattro sagome ondeggiavano camminando a piedi, non c'era rumore, solo lo scricchiolio del ghiaccio rotto dalle scarpe nella notte.
L'orologio partiva per la seconda volta, dopo la sveglia alle 5;20. Per un attimo ricordò la palla di fuoco dal cielo, il meteorite, forse un'incendio a terra, forse un cratere, tutto scompariva per sempre, ansie, asciugava lacrime e dolori.
Ed ecco la solita visione disgustosa, grigi tubi e scaffalature, moduli, pacchi e casse.
Ogni cinque minuti alzava lo sguardo all'orologio per i tempi produttivi, tempi di consegna, tempi di rilascio, preparazione, mai in anticipo,di corsa in corsa, in un unico pensiero.
La pressione saliva con i minuti, i flussi aumentavano, si accelerava, poi il device non funzionava e si perdeva altro tempo. Caricare il furgone, partire, senza mai sapere che cosa c'era dopo,lungo la strada,stop and go.
Mentre attendeva lo sblocco dello schermo pensò, poi disse ad alta voce:" ma se col coltello di cucina mi taglio i polsi qui di fronte, immagina quanto sangue potrebbe colorare la vostra merce di m..." provocando una risata dei colleghi vicini.
"Naso a patata" simile al personaggio di Bob Rock (Alan Ford comic books) guardava,
ispezionava dall'alto di un soppalco, poggiandosi alla ringhiera tubolare, avrebbe voluto digrignare come un rottweiler, ma erano troppi e tanti i motivi per notificare atti disciplinari.
La funzionaria, anoressica con gambe stecchino e volto increspato come un rettile, voce stridula si aggirava con fogli in mano dando le direttive.
Il "naso a patata", il "директор" (direktor) scendeva e impiantato all'orecchio aveva la protesi bluetooth, tre cellulari, rasato, tirava fuori il pacchetto di sigarette e usciva dal portello principale per andare a fumare. Intanto a poco a poco i corrieri uscivano con i carrelli, le divise, i caschi, i giubbotti, le cartelle.
Ogni giorno, ogni santo gorno, dalle 9 alle 10;30, R.C. cominciava a perdere la vista di quel che faceva, dopo l'accelerazione cardiaca, il respiro affannoso, "impaired vision", vedi B ma è A, vedi 6 ma è C, vedi 2 ma è 7, vedi U ma è V, così via...si chiama attacco di panico, non lo controlli, è una danza dell'anima intorno ad un cratere che nasconde un buco senza fine; è un suicidio mancato, è la perdita di controllo,
è mancanza di respiro, è l'incomprensione, è la faccia contro il muro, gli occhi contro la pietra. Temporanea incapacità di intendere e volere.
Qualche volta per rifiutarlo R.C. sbatteva la testa violentemente contro il tavolo, oppure calciava il muro, per quel che vedeva, il coltello e la sua lama che scindeva la vita, ridava vita...
Gli altri, figure opache in impaired vision, si muovevano attorno, come allucinazioni e voci remote, anche il loro riso veniva dalle esalazioni delle profondità della terra come un gas maleodorante.
"Ma questo è quasi...niente ...." si riprese R.C. cambiando aspetto dallo stress e sforzo, raccontandomi.
Il direktora lo chiamava ogni giorno, invitandolo a lasciare la postazione, per manifesta incapacità a compiere la missione. "Bisogna chiedersi, se ne vale la pena, perchè qui l'azienda paga gli stipendi...vero? E c'è qualcuno che è un mangia-stipendi..." sottointeso, -Lei-. Ma ancora R.C. non ne aveva incassato ancora uno e sotto coercizione lavorava dieci ore di media.
"E' meglio che lasci lei volontariamente, perchè se l'azienda la mette a casa...sono guai seri,conseguenze gravissime".Disse col tono placido di chi legge il meteo.
R.C. pensò a cosa intendeva per ""guai seri e conseguenze gravissime"....Fucilazione ? Galera? Che cosa ?
R.C. sapeva che non poteva licenziarsi fino a chè non era stato sciolto il mistero del ...e dell'iter legale.
Meg@zienda l'aveva ridotto in schiavitù con un meccanismo sofisticato, degno di "menti raffinatissime", questo non era un posto di lavoro come gli altri...una risata sadica l'aveva manifestata la signora Randy quandogli aveva comunicato la sua vincita del corso e la destinazione della divisione. Era tutto finito e finto,...in quell'istante il suo corpo era diventato rigido, catatonico.Finto il lavoro, finto lo stipendio, finto, finta l'anzianità, finti benefici, tutto finto.
"tanto lo devi restituire....LORO (meg@azienda) sono più forti di voi, comprano sindacati,leggi, avvocati, che cosa vuoi fare ?" R.C. - EMIGRARE -. -Guarda che ci possono mettere un anno, due, ma poi tutto, tutto dovrai pagare con gli interessi...se ti licenzi, loro sono doppiamente contenti, restituisci i soldi e il finto lavoro...ma i soldi, quelli sì, sono veri, sono i tuoi! Ahi...Ahi..." e rise sarcastico l'esperto.
La palla di fuoco aveva attraversato il cielo e distrutto il capannone industriale, restituendo somma giustizia in terra.Così vedeva nell'imaginazione della disperazione. "Non siamo mai stati schiavi!" gridavano oltre duemila anni fa, quando meg@zienda non esisteva ancora e la gente combatteva la schiavitù.
Il suo compagno di cella gli diceva "Hai finalmente un posto fisso, e adesso vuoi licenziarti? ".
Poi i ricordi tornavano, l'incidente, la gamba gonfia, il rifiuto di riconoscere l'infortunio, il dolore, il ghiaccio, i vestiti bagnati di pioggia, il freddo,la fame,la privazione di sonno,gli orari lunghissimi, tutto questo si prendeva come gli attimi di vita, l'insaziabile meg@zienda. Forse meglio morire, che schiavi...
Aveva avuto uno scatto d'orgoglio all'ennesima imposizione di consegnare altri moduli, "Basta! Basta !Mi licenzio !" provocando le risa degli astanti, "Ci siamo passati tutti...ah...ah..mi ricordi quand'ero giovane.." disse un esodato mancato, un mese alla pensione quando gli avevano allungato il servizio di altri quattro anni, con oltre quaranta anni di contributi versati. Poi la signora minuta, si avvicinò, con la sua cadenza romana, modi di fare da "perverted mother" , avvicinandosi all'orecchio, sussurrò un blasfemo incoraggiamento, "Un altro lavoro dove lo vuoi trovare? ".
Le solite giustificazioni : "Sei vecchio o sei troppo giovane: non sei qualificato, o sei troppo qualificato; non hai esperienza o ruolo e mansione diversa" , in un finto paese, tutto è finto, molto di più le giustificazioni.
R.C. chiuse gli occhi, stava per esplodere,per incoraggiare gli dissero "questo è il lavoro, sofferenza e sofferenza, dolore, ma....ti pagano per questo....e sei in una grande azienda! Forse la più grande!" , altro conato di vomito.
Colpì con la testa il tavolo tre o quattro volte, per sentire il dolore fisico, meglio di quello dentro.
Lo sapeva, ripeteva a se stesso, dopo aver pianto per due mesi, che cos'era, la ripetizione di procedure, perdita di spazio e tempo, meg@zienda.
La prostituzione ? Lo spaccio ? Crimini, ma meg@azienda è uguale, una vergogna esistenziale, lavorare per essa, la perdità della dignità umana e della ragione.
La direttiva 638 era un foglio riservato inviato via telematica a tutti i direktora, dove "quelli" sarebbero stati dislocati molti chilometri dalla residenza o domicilio, fuori provincia, avrebbero avuto le condizioni più svantaggiose,dure possibili in un lavoro stupido, corriere consegne, al fine di ottenere con il logoramento,l'esasperazione per orari, minacce, procedure, il licenziamento volontario, poi l'opzione A e in caso negativo, il piano B.
L'opzione A era la perdita di tutti gli emolumenti, condizioni, avuti con la prima sentenza (soldi e soldi, tempo anzianità etc.).Il piano B era la continuazione per via giudiziaria fino all'ultimo grado, fino alla naturale vittoria e recupero di tutto con gli interessi. Menti raffinatissime avevano ideato questo piano.
Migliaia di persone pagavano il "debito", un mutuo, "How does it sound to pay for work? slave labour? or cheap labour? Money and money, no people, that's their religion."
Altre migliaia, guardavano il soffitto e aspettavano solo la fine della campanella... come a scuola.
I fortunati, i condannati, i benestanti, l'ipocrisia, il servizio, ...tutto e di più, a migliaia nel tritacarne di meg@azienda.
R.C concluse come tante altre volte la giornata poco prima delle cinque, tornando a casa oltre dodici ore dopo che aveva lasciato casa....da "mangia-stipendi".
Una canzone sull'mp3, un viaggio in corriera in mezzo a tanti emigrati, come un emigrato in casa propria, ....poi ..un pensiero, Emigrare per tornare a casa....finalmente comparve un sorriso, il dolce profumo delle siepi, della libertà.
Dicono che l'elefante non dimentichi...never forgive, never forget.
Fine.
Buon 2013!
Vi abbraccio tutti, persone libere e schiave, augurando un libero 2013 da ansie.
Tutto è interconnesso in maniera invisibile, un uomo firma documenti con una direttiva da Roma, colpisce le vite di migliaia di persone e indirettamente famiglie, amici, parenti, per anni a seguire, tutto invisibile alla cronaca dei media....
Questo brano ricorda la storia che mi ha raccontato R.C. pochi giorni fà,non so quanto veritiera, mentra andava verso il distaccamento, in macchina, attraversando strade di campagna, da pochi decenni bonificate, tentativi inutili di rendere asciutti terreni immersi nell'acqua. Il giorno prima c'era stata un incredibile giornata di sole nei freddi giorni invernali di dicembre. L'area del distaccamento invece era rimasta immersa in una nuvola bianca di vapore, circoscritta ad un raggio di venti chilometri.
Ogni mattina, come quella mattina, intorno alle sei, attraversata la periferia, osservavano con religioso silenzio il tempo atmosferico, cercando gli indizi che li avrebbero accompagnati durante tutto il giorno, dalla pioggia al freddo intenso. Così persi in mezzo a strade larghe un metro e mezzo, curve a gomito, le solite case di campagna sparse, qualche vettura incrociata a lato della strada,videro uno specchio d'acqua riflesso dalla luce della luna che stava tramontando.
Intorno c'erano piccoli argini, un albero scheletrico si era appoggiato alla luna piangendo, intorno il fumo si alzava come un calore disperso dalla terra nel cielo freddo.
In fondo alla strada c'era l'ennesima curva a gomito, un albero di natale anziche un palo catarifragente, lampeggiava di rosso e giallo,appese all'albero, lacrime scendevano da lingue di ghiaccio e la macchina non aderiva all'asfalto nero spolverato di bianco.
Il compagno vicino snocciolava una corona di grani di legno scuri,pregando, mentre parlava di musica, era un suono alle orecchie di R.C. che non distingueva le parole ed era con occhi sbarrati sul lago,ora, a fianco del finestrino posteriore laterale.
Il fumo bianco saliva, vapore, forse l'inferno era qui, poi improvvisamente una palla di fuoco attraversò il semiciclo di stelle e scomparve a metà orizzonte, nella direzione di marcia.
Fu un attimo, una sensazione di gioia, forse stava bruciando il distaccamento....
"smoke on the water, fire on the sky..." era sul lettore mp3, cercò la canzone, cantava proprio "burned down the place..."...una senzazione di felicità cosmica....
R.C. chiuse gli occhi per un lungo tempo, fino a che l'uomo di fianco,toccandolo sul ginocchio, chiese "Ma che fai? Dormi? Siamo quasi arrivati..." .
Il compound o distaccamento era un capannone industriale grigio, bianco, tetto ondulato, vetrate scorrevoli,circondato da furgoni, vetture, parcheggiate, come in tutti i corrieri del mondo.
Usciti dalla vettura, le quattro sagome ondeggiavano camminando a piedi, non c'era rumore, solo lo scricchiolio del ghiaccio rotto dalle scarpe nella notte.
L'orologio partiva per la seconda volta, dopo la sveglia alle 5;20. Per un attimo ricordò la palla di fuoco dal cielo, il meteorite, forse un'incendio a terra, forse un cratere, tutto scompariva per sempre, ansie, asciugava lacrime e dolori.
Ed ecco la solita visione disgustosa, grigi tubi e scaffalature, moduli, pacchi e casse.
Ogni cinque minuti alzava lo sguardo all'orologio per i tempi produttivi, tempi di consegna, tempi di rilascio, preparazione, mai in anticipo,di corsa in corsa, in un unico pensiero.
La pressione saliva con i minuti, i flussi aumentavano, si accelerava, poi il device non funzionava e si perdeva altro tempo. Caricare il furgone, partire, senza mai sapere che cosa c'era dopo,lungo la strada,stop and go.
Mentre attendeva lo sblocco dello schermo pensò, poi disse ad alta voce:" ma se col coltello di cucina mi taglio i polsi qui di fronte, immagina quanto sangue potrebbe colorare la vostra merce di m..." provocando una risata dei colleghi vicini.
"Naso a patata" simile al personaggio di Bob Rock (Alan Ford comic books) guardava,
ispezionava dall'alto di un soppalco, poggiandosi alla ringhiera tubolare, avrebbe voluto digrignare come un rottweiler, ma erano troppi e tanti i motivi per notificare atti disciplinari.
La funzionaria, anoressica con gambe stecchino e volto increspato come un rettile, voce stridula si aggirava con fogli in mano dando le direttive.
Il "naso a patata", il "директор" (direktor) scendeva e impiantato all'orecchio aveva la protesi bluetooth, tre cellulari, rasato, tirava fuori il pacchetto di sigarette e usciva dal portello principale per andare a fumare. Intanto a poco a poco i corrieri uscivano con i carrelli, le divise, i caschi, i giubbotti, le cartelle.
Ogni giorno, ogni santo gorno, dalle 9 alle 10;30, R.C. cominciava a perdere la vista di quel che faceva, dopo l'accelerazione cardiaca, il respiro affannoso, "impaired vision", vedi B ma è A, vedi 6 ma è C, vedi 2 ma è 7, vedi U ma è V, così via...si chiama attacco di panico, non lo controlli, è una danza dell'anima intorno ad un cratere che nasconde un buco senza fine; è un suicidio mancato, è la perdita di controllo,
è mancanza di respiro, è l'incomprensione, è la faccia contro il muro, gli occhi contro la pietra. Temporanea incapacità di intendere e volere.
Qualche volta per rifiutarlo R.C. sbatteva la testa violentemente contro il tavolo, oppure calciava il muro, per quel che vedeva, il coltello e la sua lama che scindeva la vita, ridava vita...
Gli altri, figure opache in impaired vision, si muovevano attorno, come allucinazioni e voci remote, anche il loro riso veniva dalle esalazioni delle profondità della terra come un gas maleodorante.
"Ma questo è quasi...niente ...." si riprese R.C. cambiando aspetto dallo stress e sforzo, raccontandomi.
Il direktora lo chiamava ogni giorno, invitandolo a lasciare la postazione, per manifesta incapacità a compiere la missione. "Bisogna chiedersi, se ne vale la pena, perchè qui l'azienda paga gli stipendi...vero? E c'è qualcuno che è un mangia-stipendi..." sottointeso, -Lei-. Ma ancora R.C. non ne aveva incassato ancora uno e sotto coercizione lavorava dieci ore di media.
"E' meglio che lasci lei volontariamente, perchè se l'azienda la mette a casa...sono guai seri,conseguenze gravissime".Disse col tono placido di chi legge il meteo.
R.C. pensò a cosa intendeva per ""guai seri e conseguenze gravissime"....Fucilazione ? Galera? Che cosa ?
R.C. sapeva che non poteva licenziarsi fino a chè non era stato sciolto il mistero del ...e dell'iter legale.
Meg@zienda l'aveva ridotto in schiavitù con un meccanismo sofisticato, degno di "menti raffinatissime", questo non era un posto di lavoro come gli altri...una risata sadica l'aveva manifestata la signora Randy quandogli aveva comunicato la sua vincita del corso e la destinazione della divisione. Era tutto finito e finto,...in quell'istante il suo corpo era diventato rigido, catatonico.Finto il lavoro, finto lo stipendio, finto, finta l'anzianità, finti benefici, tutto finto.
"tanto lo devi restituire....LORO (meg@azienda) sono più forti di voi, comprano sindacati,leggi, avvocati, che cosa vuoi fare ?" R.C. - EMIGRARE -. -Guarda che ci possono mettere un anno, due, ma poi tutto, tutto dovrai pagare con gli interessi...se ti licenzi, loro sono doppiamente contenti, restituisci i soldi e il finto lavoro...ma i soldi, quelli sì, sono veri, sono i tuoi! Ahi...Ahi..." e rise sarcastico l'esperto.
La palla di fuoco aveva attraversato il cielo e distrutto il capannone industriale, restituendo somma giustizia in terra.Così vedeva nell'imaginazione della disperazione. "Non siamo mai stati schiavi!" gridavano oltre duemila anni fa, quando meg@zienda non esisteva ancora e la gente combatteva la schiavitù.
Il suo compagno di cella gli diceva "Hai finalmente un posto fisso, e adesso vuoi licenziarti? ".
Poi i ricordi tornavano, l'incidente, la gamba gonfia, il rifiuto di riconoscere l'infortunio, il dolore, il ghiaccio, i vestiti bagnati di pioggia, il freddo,la fame,la privazione di sonno,gli orari lunghissimi, tutto questo si prendeva come gli attimi di vita, l'insaziabile meg@zienda. Forse meglio morire, che schiavi...
Aveva avuto uno scatto d'orgoglio all'ennesima imposizione di consegnare altri moduli, "Basta! Basta !Mi licenzio !" provocando le risa degli astanti, "Ci siamo passati tutti...ah...ah..mi ricordi quand'ero giovane.." disse un esodato mancato, un mese alla pensione quando gli avevano allungato il servizio di altri quattro anni, con oltre quaranta anni di contributi versati. Poi la signora minuta, si avvicinò, con la sua cadenza romana, modi di fare da "perverted mother" , avvicinandosi all'orecchio, sussurrò un blasfemo incoraggiamento, "Un altro lavoro dove lo vuoi trovare? ".
Le solite giustificazioni : "Sei vecchio o sei troppo giovane: non sei qualificato, o sei troppo qualificato; non hai esperienza o ruolo e mansione diversa" , in un finto paese, tutto è finto, molto di più le giustificazioni.
R.C. chiuse gli occhi, stava per esplodere,per incoraggiare gli dissero "questo è il lavoro, sofferenza e sofferenza, dolore, ma....ti pagano per questo....e sei in una grande azienda! Forse la più grande!" , altro conato di vomito.
Colpì con la testa il tavolo tre o quattro volte, per sentire il dolore fisico, meglio di quello dentro.
Lo sapeva, ripeteva a se stesso, dopo aver pianto per due mesi, che cos'era, la ripetizione di procedure, perdita di spazio e tempo, meg@zienda.
La prostituzione ? Lo spaccio ? Crimini, ma meg@azienda è uguale, una vergogna esistenziale, lavorare per essa, la perdità della dignità umana e della ragione.
La direttiva 638 era un foglio riservato inviato via telematica a tutti i direktora, dove "quelli" sarebbero stati dislocati molti chilometri dalla residenza o domicilio, fuori provincia, avrebbero avuto le condizioni più svantaggiose,dure possibili in un lavoro stupido, corriere consegne, al fine di ottenere con il logoramento,l'esasperazione per orari, minacce, procedure, il licenziamento volontario, poi l'opzione A e in caso negativo, il piano B.
L'opzione A era la perdita di tutti gli emolumenti, condizioni, avuti con la prima sentenza (soldi e soldi, tempo anzianità etc.).Il piano B era la continuazione per via giudiziaria fino all'ultimo grado, fino alla naturale vittoria e recupero di tutto con gli interessi. Menti raffinatissime avevano ideato questo piano.
Migliaia di persone pagavano il "debito", un mutuo, "How does it sound to pay for work? slave labour? or cheap labour? Money and money, no people, that's their religion."
Altre migliaia, guardavano il soffitto e aspettavano solo la fine della campanella... come a scuola.
I fortunati, i condannati, i benestanti, l'ipocrisia, il servizio, ...tutto e di più, a migliaia nel tritacarne di meg@azienda.
R.C concluse come tante altre volte la giornata poco prima delle cinque, tornando a casa oltre dodici ore dopo che aveva lasciato casa....da "mangia-stipendi".
Una canzone sull'mp3, un viaggio in corriera in mezzo a tanti emigrati, come un emigrato in casa propria, ....poi ..un pensiero, Emigrare per tornare a casa....finalmente comparve un sorriso, il dolce profumo delle siepi, della libertà.
Dicono che l'elefante non dimentichi...never forgive, never forget.
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Vi abbraccio tutti, persone libere e schiave, augurando un libero 2013 da ansie.
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