venerdì, ottobre 12, 2012

Giustizia, a colpi di video oppure...

Mercoledì scorso, verso tarda sera, nella trasmissione "Chi l'ha visto?" Rai3, dedicata a scomparsi, assassinati, allontanati e altri fatti di cronaca, si è assistito ad un video
shock di un ragazzino di dieci anni, prelevato da scuola, sotto gli occhi dei genitori, insegnanti,
compagni di scuola, caricato con forza in una macchina della polizia, da agenti in borghese.





All'inizio, come tutti i documenti video, le persone restano impressionate da casa, poi riportate
il giorno successivo nella stampa nazionale, visti nei telegiornali, come una valanga, la notizia
locale da Padova, diventa nazionale.
Questo Blog non si occupa di fatti di cronaca specifici, l'interesse è sulla propagazione
della notizia. 
C'è stato un momento importante nel video, una donna armata di telefonino con videocamera,
affrontava una donna armata di distintivo tipo polizia americana, scudo d'oro, pistola, 
oltreché ad un decreto ingiuntivo. La donna pluriarmata in borghese ha intimato all'altra
"Io sono un ispettrice di polizia, lei chi è ? Nessuno!" . Mentre l'altra protestava in favore del 
bambino appeso per gli arti da tre agenti, trasportato coattivamente come un pericoloso
criminale o animale.
In quel momento, l'ispettore di polizia, aveva la meglio, non per niente si chiamano ancora 
"forze dell'ordine", ma poi man mano che il piccolo video veniva mostrato e rimbalzava da uno schermo all'altro, compiendo documentazione e informazione, nessuno poteva nascondere
i sentimenti generali, fino ad arrivare ieri sera nelle cosidette sedi istituzionali, presidenti
delle camere, ministri, infine il capo della polizia chiedeva scusa e prometteva indagini.
La voce del superiore locale di polizia in difesa dei suoi sottoposti,sovrastata dai media e dalle promesse fatte a telecamere accese dai massimi responsabili,coloro che cercano sempre il consenso mediatico ed elettorale,appariva come l'unica tenue difesa, quasi ridicola.
Sì Lei non è nessuno...un cittadino comune, senza titoli, ma armato di una videocamera di telefonino può fare più danni della sua pistola e del suo tesserino.
E' interessante notare che le forze dell'ordine mentre agiscono non hanno un nominativo,
un identificativo oltre ai distintivi, è come se agissero sempre in maniera impersonale
e irresponsabile, mentre i comuni cittadini hanno tanto di carta d'identità e indirizzo oltrechè
obbligo a farsi identificare ovunque.
La Diaz e altri e tanti episodi, se non documentati da foto, da video, tutto sarebbe rimasto
nella versione originale delle autorità e quasi senza prove.
La polizia e le forze dell'ordine usano le telecamere per prendere i possibili criminali, ma
la gente comune riprende le stesse forze dell'ordine, con altre videocamere  per segnalare loro abusi e crimini.
Anni fà capitò ad un ragazzo di colore nel Bresciano di venire pestato dalla polizia municipale
ed un video provò la colpevolezza degli agenti al di là di ogni rispettabilità.
Di fronte alle immagini in sequenza, più delle foto, la verità anche parziale di un obiettivo solo,riesce a incrinare le versioni ufficiali; questo avviene in tutti i paesi.
Los Angeles e il pestaggio di un nero fecero incendiare la città perchè riprese da una videocamera.
Quando uscirono i primi telefonini che facevano foto e video, lo si considerò un accessorio costoso, un lusso inutile, non professionali,per chi voleva fare solo telefonate.
Di certo non si poteva presumere che oltre alle foto personali, qualcosa sarebbe
finito nelle aule dei tribunali.
Ora ci sono anche le persone stupide che si lasciano filmare mentre compiono reati,
dai furti agli insulti gratuiti in TV, non rendendosi conto delle conseguenze delle loro
azioni; persone che pagheranno o hanno pagato per danni di diffamazione.
Se la legge avesse sempre a disposizione documenti di videoregistrazione o audio,
saremmo sempre sotto un tremendo occhio, una telecamera onniscente, dove 
perderemmo la privacy ma forse avremmo maggiori diritti, un dilemma senza fine.

A questo punto il video dispensa dalla ricerca di Giustizia e dalle testimonianze scritte?

Nò, non lo credo. Nel blog personale dell' avv. Franceschetti si dà conto di due notizie
che lette su un quotidiano non scandalizzano e non significano nulla, due premi consegnati
a due distinti signori; il problema è nella loro storia e come funziona la giustizia in Italia.
[Quindi, dopo aver ucciso due magistrati e un brigadiere (ma non furono questi gli unici omicidi commessi), è stato premiato a livello internazionale con un'onorificenza intitolata ad un magistrato.] Cit. 
Sappiamo che in altri paesi questi signori non avrebbero pubblicato libri, non sarebbero liberi, probabilmente in qualcuno (USA) sarebbero già state giustiziate.
Non è in questione il principio di ravvedimento, perdono, rieducazione o quant'altro; ma appare singolare che proprio per il passato queste persone abbiano prestigiose carriere.
Infine la lezione morale rovesciata per le persone normali, senza pendenze penali passate, potrebbe essere, se per fare carriera, non paghi il crimine.
Nessun video, nessuna foto potrebbe sostituire la storia intera, l'analisi, il ricordo.
Con ragione,dopo aver letto l'articolo,  i video non sostituiscono i blog, grazie per questa 
testimonianza all'autore del blog,avv. P. Franceschetti.




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