La risposta sembrava scontata,negativa, ma è successo qualcosa di strano, perché nella mente dello scrivente, appesa alla pagina bianca, tutti i ricordi, in attesa di inchiostro e di un minimo di sillabe, hanno reagito con la cronaca corrente. Ogni giorno dello stesso viaggio avrei aggiunto dettagli, fatti senza che ci fosse alcun mio intervento, soggettivo, come se le ruote continuassero a scivolare tra panorami,raccontandomi storie.
L'ultimo aggiornamento,qualche giorno fà quando hanno ritrasmesso il film "La grande bellezza" e come ogni opera controversa, non ho visto lo stessa cosa, non ho letto lo stesso libro, non ho avuto lo stesso risveglio.
Ad ogni discorso, per fermare l'attenzione, improvvisamente si parla della "grande bellezza", quasi fosse il "kick" universale, la chiave della fascinazione, citando poi la nota frase "la bellezza salverà il mondo"; ma come si sà, ciascuno ne ha una visione differente,personale. Per questo ero affascinato da quella locandina,dove la bellezza è sottintesa universale, e ripercorrevo il mio viaggio, cercando di capire se mai l'avessi incontrata e in cosa fosse rappresentata, oppure fosse altro, cosa ci fosse in comune con città distanti.
Primo intermezzo.
Poi alcuni mesi fà un noto politico per rispondere a chi gli chiedeva conto degli scandali della capitale, venuti alla luce durante il suo mandato, anche se non responsabile, ha risposto con una domanda: "Sapete cosa pensa il mondo quando dico Roma ? Alla grande bellezza" e con questo voleva far tacere tutte le possibili domande circa quei fatti criminali.
"La grande bellezza", il film, la città di Roma, non un'eguaglianza ma un analogia, una storia. Anche il sospetto che questa espressione diventata "cliché" sia la giustificazione per dissipare soldi pubblici, commissioni ingiustificate, sicuramente mercatini di souvenir. In ogni angolo delle strade, puoi comprare una cartolina, una statuina, la maglietta, la catena, qualsiasi cosa con il simbolo SPQR, ma nell'era globalizzata, il commesso o il proprietario è bengalese, fratello o cugino di quello che sta vicino al Big Ben, che vende gli stessi oggetti ma con la bandiera inglese, l'Union Jack. Tutto prodotto dalla stessa fabbrica e non c'è nessuna grande bellezza in questo. Souvenir è una parola internazionale, la capiscono Italiani, Inglesi, Russi e altre nazionalità, origine francese.
Diverse volte l'anno scorso,in moto, visitando Roma per settimane, sono rimasto intrappolato in strade senza uscita, non segnalate, attraversato buche e guadato improvvisi torrenti, indicazioni stradali assenti o errate. Mancanza di luce nelle strade, improvvisa boscaglia e immondizia, rifiuti casalinghi sparsi, potrei continuare senza fine l'elenco, aggiungermi alla coda delle persone che gridano contro un ente sconosciuto, un responsabile ignoto, nel vuoto.
A Roma si grida e si suona per passare in mezzo alle auto, sirene continue, un caos senza principio e quasi senza fine....La rabbia della gente insieme alla fretta, l'uguaglianza lentezza con imbecillità, la furbizia con il tagliare le strade e superare le code, poi alla fine, esausto dal terribile serpentone lungo il fiume, non è una città, arrivo in cima ad un anonimo colle e scopro una visione, (La fontana dell'Acqua Paola) improvvisa, mi ricorda "La grande bellezza", (pausa il mio respiro e coscienza),...momento da assenza del caos, respiro libero, spazi, qualche capitello bianco e bocca leonina e ricordi dalla storia,...una volta era la città dell'impero, quella visione di monumenti si spalanca all'improvviso di fronte,... ma vivere ancora del ricordo che fù, un museo a cielo aperto, passato, poi...più niente...
Chi vive ed è nato in quei posti, difende da critiche, ingiurie sempre e comunque, anche se concede che la perfezione non è della terra, giustifica tutto, in nome della storia, della "grande bellezza". Si sentono comproprietari delle varie opere perché vivono a pochi chilometri, le vedono passando accanto la mattina, in autobus, in motorino, in auto, sentono e vivono dell'alito pesante della storia, esce dai tombini di ghisa, odore di gasolio e cantine ammuffite, "pizzicagnoli". Nessuno vuol rubare una tale consolazione, con tutte le annesse sventure, le sedi dello stato pachiderma, le code in auto, il caos.
Forse per non creare invidia nei visitatori di Roma, accanto alle colonne di Traiano, vicino alle stupende scalinate sparse per la città, ci sono zone di desolazione e squallore difficilmente visibili in altre città italiane,dietro l'angolo.
Non ricordo di aver visto,nel film "La grande bellezza" , quelle parti abbandonate, i rifiuti sparsi ai margini di vie e parchi, ma solo ciò che si sarebbe aspettato lo spettatore straniero.L'hanno scritto e detto in tanti, tra le tante critiche.Lo squallore c'era,ma nelle persone.
Il film, la città di Roma, San Pietroburgo,il viaggio in moto, due regioni distanti, il mediterraneo e il baltico,in mezzo i chilometri, ma non solo.
Secondo Intermezzo...
Il viaggio d'andata è sempre con l'obiettivo di raggiungere la prossima tappa, i rifornimenti, il posto dove dormire per una notte...c'è l'ansia di conquista, d'avventura, di scoprire e il mezzo non potrebbe essere più adatto...
In molti blog di viaggio troverete descrizioni dettagliate della motocicletta, delle elaborazioni, modifiche, dei suggerimenti, delle cose assolutamente da portare....
Il mio mezzo come già saprete, era / è una Black spirit Honda Shadow,750 cc una custom con due anni di anzianità, pochi chilometri, tutti i tagliandi, le uniche modifiche il parabrezza gigante, il sedile non standard, un divano, il paramotore anche protettivo delle gambe in caso di caduta. Un piccolo portapacchi con schienale per passeggero, carico oltre i limiti, due borse e sacco a pelo, invero mai utilizzato. Due bombolette per forature alle gomme.
In autostrada in Italia, i 140 km sono il limite sia legale che della moto, ma in altri paesi, come la Germania, si condivide la corsia con i lenti, autovetture vecchie,bus etc.,
In Austria, in zone di attraversamenti delle Alpi, potrebbe essere eccessivo i 110/h e poi le gallerie e il vento, compromettere tutto l'assetto. Oltre alla velocità legale, quella "sicura" del luogo, quella in cui si controlla il mezzo è un calcolo personale, vitale, dev'essere confortevole come la velocità di crociera del vostro mezzo ma non è uguale.
Ricordo l' autostrada 'perfetta' da Berlino fino all'avvicinarsi a Varsavia, tre corsie,ogni senso di marcia, monotona, pacifica, sicura, come fosse in un serial TV californiana. La custom regge le lunghe distanze su strade con pavimentazione perfetta, poi quando le cose diventano irregolari, tra i contraccolpi alla schiena, la tenuta del terreno,allora diventa duro,difficoltoso....
Il mio mezzo ha un intrinseca debolezza di frenata, non sono dimensioni ma
i vari elementi combinati, ciclistica, peso, impianto frenante come è stato progettato e questo condiziona la sicurezza,la guida, tutto. Non lo sapevo all'acquisto, solo dopo lunghi tragitti e differenti terreni e meteo.
In un recente motoraduno nazionale e internazionale (bikerfest Maggio 2015)
dove erano presenti motociclisti che avevano percorso centinaia di migliaia di chilometri (180k,250k,850k etc), nessuno aveva una custom, ma le moto erano enduro o miste stradali o dual-sport come vengono ora considerate. E' stata una rivelazione tardiva, contrastava con l'idea che la nota casa americana fosse ovunque perché questi "bikers" viaggiassero in qualsiasi modo e ovunque, "uomini duri e puri", ma almeno in Italia, erano i vicini del bar all'angolo.
Nessuna offesa, parlo in generale.
E' un discorso fuori tema e senza conclusione definitiva "la moto perfetta", adatta al tipo di viaggio, sarebbe soggettivo come un vestito da calzare, ma non solo, certe persone per il carattere,cervello,stile, non andrebbero mai in coppia con un certo vestito.
Chi ama il marchio e l' accetta e non vede nemmeno i difetti, chi resta a piedi numerose volte ma continua a negarlo, chi non trova un difetto e alla fine guardando la compagna di viaggio, ha un irresistibile moto d'antipatia fino a parlarne male sempre e comunque e la ripudia biblicamente andando dal concessionario concorrente. Non fatevi ingannare dal divorzio meccanico, chi passa ore in sella, chi affida in parte la propria vita, ha un legame profondo nelle lunghe distanze col cavallo, un matrimonio,una passione oppure un divorzio breve. Una coppia di fatto, senza neppure il problema del genere e della coscienza. Mi risulta anche più economico di tanti matrimoni umani, lei non andrà mai dal giudice a chiedere di farsi pagare gli alimenti o prendere la vostra casa.
Ho letto centinaia di "reviews" nella speranza di trovare l'accoppiata vincente qualità e prezzo, restringendo la rosa delle candidate,ma non esiste nessuna scienza, nessun assoluto, nessuna garanzia, pur essendo tutti mezzi usciti dalla fabbrica, dallo "standard" che "quella sarà la giusta compagna della tua vita".
Ho chiesto ai "guru" delle lunghe distanze, mi hanno indicato il loro cavallo, ma nessuno mi ha detto "questa è la migliore, stai tranquillo che andrai sano e lontano".
Viene in mente il ritornello della canzone...
"Fin che la barca va, lasciala andare,fin che la barca va, tu non remare,fin che la barca va, stai a guardare,quando l'amore viene il campanello suonerà." Orietta Berti
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(diverse pagine e modifiche, forse domani parto di nuovo...)